“A pochi giorni dalla prevista riapertura della tratta ferroviaria Campobasso-Termoli, attualmente funzionante dal capoluogo fino a Larino, veniamo informati che tale linea chiuderà integralmente fino a giugno arrivando così ad oltre 12 mesi di interruzione continuativa; senza contare che la stessa è stata oggetto di chiusure totali o parziali più o meno prolungate da 10 anni a questa parte. La tratta viene interrotta ormai sempre più spesso e per un periodo sempre maggiore ma i lavori che la interessano perdurano senza soluzione di continuità. Posticipare la riapertura significa prolungare i disagi per cittadini e utenti (pendolari, lavoratori, studenti) che continueranno ad essere costretti ad utilizzare i servizi sostitutivi con tutti gli incomodi da questi derivanti”, questo quanto scritto in una lettera di protesta da parte di utenti, cittadini e sindacati.
“La viabilità della SS 87 – continua la lettera – presenta, soprattutto nei mesi invernali, maggiori criticità rispetto al trasporto su ferro, in considerazione delle variazioni altimetriche. Inoltre, è da tener presente che che l’alternativa stradale alla Ss 87 è la fondovalle 647 (la ‘Bifernina’) che tutti ormai sappiamo essere in crisi sia dal punto di vista strutturale che della sicurezza. L’aumento degli autobus che imperverserà sulle strade e sulla città di Campobasso graverà pesantemente sullo stato attuale dell’inquinamento acustico e ambientale, andando quindi nella direzione opposta rispetto alle politiche comunitarie su tali materie. Autobus dappertutto, vittime del traffico caotico, ma anche essi stessi generatori, fanno pensare che la situazione non potrà andare avanti così all’infinito. Fermo restando che la messa in sicurezza della tratta è un obiettivo condivisibile, ciò che non condividiamo è la modalità di attuazione. Crediamo infatti che i lavori, così come appresi, possano essere realizzati senza interrompere il servizio ferroviario. Ci domandiamo: Perché tali lavori non possono essere eseguiti in esercizio come avviene per interventi simili su altre tratte? Segnaliamo, inoltre, che tali lavori non comporteranno alcun aumento della velocità commerciale pertanto il millantato ammodernamento della tratta non sarà neanche questa volta realizzato, perdendo così un’altra occasione di reale miglioramento del servizio.
Riteniamo dunque che le due esigenze, manutenzione tratta e trasporto su ferro, si possano realizzare assieme. Inoltre siamo fortemente allarmati riguardo le ripercussioni occupazionali che la chiusura prolungata ha creato (personale in esubero e spostamento di lavoratori a sedi lavorative diverse da quelle assegnate) e che continuerà a creare. Viste le considerazioni di cui sopra non vorremmo che tali scelte facciano parte di una strategia che sia preludio non tanto ad un miglioramento e potenziamento del collegamento ferroviario con l’Adriatico quanto di una chiusura definitiva della linea, dopo circa 130 anni di esercizio. In tal caso una domanda viene istintiva: è stato davvero necessario elargire milioni di euro per porre in essere lavori che mai saranno collaudati? Tali fondi potevano essere meglio utilizzati sulla tanto discussa tratta Campobasso-Roma? Crediamo che le Istituzioni debbano rispondere in maniera adeguata alla domanda di mobilità interna della Regione e che i cittadini, utenti tutti e lavoratori abbiano il diritto di conoscere le motivazioni delle scelte fatte e portate avanti, finora, con poca chiarezza”.
Linea ferroviaria Campobasso – Termoli chiusa fino a giugno. Protesta di utenti, cittadini e sindacati
Commenti Facebook