Sono circa 6.000 i comuni con meno di 5000 abitanti, presenti nel nostro Paese, pari al 72% dei comuni italiani, circa il 18% della popolazione nazionale, che custodiscono un patrimonio straordinario di beni culturali e ambientali, di tradizioni e abilità manifatturiere, di saperi e convivialità, tale da poter definire l’Italia un vero e proprio “museo a cielo aperto”. E’ altresì riconosciuto il ruolo che i piccoli comuni possono svolgere nel qualificare e rilanciare una parte consistente dell’offerta turistica nazionale. A testimoniarlo sono i recenti dati positivi e in ascesa sul turismo culturale, quello delle aree protette o rivolto verso siti e città d’arte non solamente quelle riconosciute come patrimonio dell’Unesco.
Il nostro piccolo Molise ha la particolarità di racchiudere in un lembo di terra davvero esiguo, se si pensa che circa 80 km separano le spiagge di Termoli dalle montagne del Matese, straordinari beni culturali, artistici, architettonici, storici, paesaggistici, tradizioni, usanze, manifestazioni, eventi spesso poco noti agli stessi molisani o addirittura sconosciuti ma che tipicizzano le diversità del Molise rendendolo unico rispetto a qualunque altra regione italiana. Unita a ciò, l’importanza sempre più riconosciuta della agricoltura di qualità, che contraddistingue diverse zone del territorio molisano, seppur con orizzonti estesi tutti ancora da esplorare, rafforza ulteriormente il potenziale di attrattività che la ventesima regione ha nel contesto nazionale e che purtroppo, non essendo presa seriamente in considerazione, sia in termini di risorse che di serie politiche di sviluppo, non riesce a rappresentare uno dei settori trainanti dell’economia regionale e locale come realtà regionali limitrofe o a noi poco distanti stanno dimostrando di saper fare.
Puntare ad uno sviluppo possibile della regione Molise, enfatizzando il settore culturale, mettendolo in relazione con quello del turismo, potrebbe senza dubbio rappresentare uno stimolo vincente per porre un freno all’inesorabile spopolamento di tanti piccoli comuni e perciò contribuire al risveglio dell’attività economica e produttiva. Vuole dire investire sul paesaggio e sulla cultura che insiste in queste realtà: la cultura porta lavoro, crescita e diventa attrattiva. Significa riconoscere incentivi e sgravi contributivi e fiscali per le realtà commerciali presenti in questi borghi, potenziare l’offerta abitativa evitando l’abbandono e l’isolamento di queste piccole cittadine; stimolare interventi di recupero e riqualificazione dei centri abitati e dei borghi e realizzare una rete di strutture ricettive per un turismo locale, caratteristico del territorio e di qualità.
Larino, se accanto all’organizzazione di eventi e manifestazioni per lo più di iniziativa associazionistica, si rivolgesse con uno sguardo più attento ai settori della cultura e del turismo come possibilità di sviluppo economico reale, potrebbe ritagliarsi senza dubbio un ruolo di protagonista nel panorama regionale.
Alla necessaria istituzione di un assessorato alla cultura che abbia tra le principali funzioni quelle di programmare, organizzare e gestire l’intero patrimonio storico-culturale, va aggiunto appunto un vero e proprio piano turistico-culturale che permetta di agevolare la fruizione dei siti di maggior interesse ma soprattutto di migliorarne l’attrattività.
Senza posporre nessun altro settore economico che già caratterizza il tessuto locale, l’idea che propone il movimento LARINascita è quella di Larino come città di storia, arte, cultura e tradizioni. Programmando un modello di soft economy possibile grazie al turismo culturale, con investimenti di esigua entità. Un primo passo importante potrebbe essere diretto a organizzare una politica di marketing pubblicitario che, con la collaborazione di professionisti del settore, stimoli la creazione e l’istituzione di un marchio identificativo di questo territorio che possa essere diffuso attraverso tutti i canali comunicativi e che permetta di contraddistinguere Larino rendendola conoscibile nel mercato turistico globale. Si pensi ad esempio che le immagini della Basilica Cattedrale di Larino sono esposte all’EXPO di Milano (senza che sia indicato il luogo ove è ubicata) e che l’importante monumento è stato raffigurato anche in una nota campagna pubblicitaria realizzata da una tra le più grandi aziende di bevande analcoliche. Un ulteriore intervento verso una ri-programmazione immediata dei settori cultura e turismo in chiave di rilancio economico potrebbe essere rappresentato da un miglioramento di quella che viene definita accoglienza turistica. Solo a titolo esemplificativo sarebbe opportuno provvedere al ripristino della segnaletica stradale che consenta una più facile accessibilità dall’esterno della città oltre che migliorare la rete dei trasporti da e verso Larino; introdurre l’apposita segnaletica turistico-monumentale tesa ad enfatizzare i luoghi di maggiore interesse presenti sul territorio; la creazione di percorsi di storia che mettano in collegamento i luoghi di maggior interesse e gli angoli più suggestivi del centro storico con l’installazione di una segnaletica interna; la programmazione della “gestione del turista” che passa anche per l’avviamento di una serie di servizi tra i quali l’info point, le guide turistiche, anche con la collaborazione di associazioni che già si occupano di promuovere i beni culturali, il “kit del visitatore” con ogni indicazione utile riguardo i percorsi storici, artistici, gli itinerari paesaggistici possibili e le indicazioni sui vari servizi offerti; l’implementazione delle attività ricettive nei campi della ristorazione, albergazione e dei servizi al visitatore.
Movimento LARINascita