Libia, ambasciata agli italiani: “Lasciate il Paese”

L’ambasciata d’Italia a Tripoli invita i connazionali a lasciare “temporaneamente” la Libia. L’indicazione, già data il primo febbraio dalla Farnesina sul sito www.viaggiaresicuri.it, viene rinnovata nel giorno della conquista, da parte dell’Is, di una stazione radio nella città di Sirte.
I jihadisti della filiale libica dello stato islamico (Is), infatti, hanno formalmente preso il controllo di Sirte, a 500 chilometri a est di Tripoli, tanto da istituire il loro quartier generale in un edificio nella zona centrale. Inoltre, un gruppo di appartenenti allo Stato Islamico ha fatto irruzione e assunto il controllo di Radio Sirte, una stazione radiofonica dell’omonima città costiera. La conferma viene da alcuni siti internet vicini ai jihadisti su cui sono state pubblicate foto in cui appaiono guerriglieri negli studi armati di kalashnikov.

Da quel momento, l’emittente ha cominciato a trasmettere proclami del portavoce della formazione, Abu Mohammed al-Adnani, e discorsi di discorsi di al-Baghdadi. A seguito di questi eventi, si pensa che nelle prossime ore, la città possa essere dichiarata parte del “Califfato” e la radio usata per comunicare le nuove regole alla popolazione. Se ciò dovesse avvenire, sarebbe la seconda città libica a fare parte dello Stato Islamico, dopo la recente conquista di Derna.

Già presenti in Cirenaica, nelle scorse settimane gli affiliati allo Stato islamico hanno di recente preso di mira Tripoli e rivendicato l’attacco kamikaze all’hotel Corinthia del 27 gennaio, in cui sono morti almeno 5 stranieri.

Sirte, però, ospita anche altre formazioni terroristiche come Ansar al-Sharia e alcune milizie di Fajr Lybia. Non è chiara quale sia stata la reazione delle due entità, ma sicuramente l’Isis cercherà di inglobarle sotto la sua ala o al massimo di renderle degli alleati per evitare di dover combattere su più fronti. La conquista della città è stata resa possibile dall’assenza di una qualsiasi autorità di governo dai tempi della rivolta contro Muammar Gheddafi. L’area è diventata roccaforte per diverse organizzazioni estremiste, che si sono spartite le varie zone.

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