Riceviamo e pubblichiamo una nota da una nostra lettrice:
Caro direttore,
Le racconto una storia: triste per noi molisani, gioiosa per gli emiliani.
E’ notizia di questi giorni che Trenitalia metterà una Frecciargento di ultima generazione che collegherà in un’ora e diciotto minuti Modena a Milano. Faccio presente che, oltre a numerosi interregionali, la città di Pavarotti è già egregiamente collegata al capoluogo lombardo da vari “Frecciabianca”, che impiegano solo un’ora e quaranta: lo confermo per esperienza personale.
La ministra dei Trasporti, emiliana, ha da poco sbloccato la costruzione del passante Sassuolo-Campogalliano, nevralgico per le aziende dell’indotto.
“Nel mare va l’acqua”, avrebbe detto la mia saggia nonna. Figuriamoci se un rivolo che ha un bisogno impellente del bene primario può essere irrorato!
Non so più che cosa pensare sull’andamento del nostro piccolo Molise: dopo anni dalla mia emigrazione in Emilia -che mi vede distante per orientamento politico, ma che è da sempre stata invasa dalla cultura del fare, che travalica le casacche ideologiche- noto sempre i soliti problemi, acuitisi nel tempo: persone che, come me, vanno via, zuccherifici che chiudono, distretti del farro che seguono la stessa sorte, competenze che non si vogliono creare o, quando lo si fa, che non vengono trattenute, clientele che non si sono mai impallidite, scarso senso della comunità, infrastrutture viarie penose, sanità violentata non solo dai tagli, ma anche da sviste di taluni (lo dico perché l’ho toccato con mano), città nel degrado, i soliti discorsi di sempre.
Questo rivolo chiamato Molise si sta assottigliando sempre più, mentre i soliti noti come il mare Emilia Romagna si espandono senza sosta.
Non si può tuttavia passare la vita ad autocommiserarsi, né tantomeno pensare che i governi nazionali siano ingiusti elargendo sempre solo in una direzione. L’altra sera vedevo l’interessante trasmissione di Massimo Giletti: tra i presenti c’era un giovane siciliano che, avendo scritto al noto conduttore prendendosela per il modo con cui quest’ultimo ha parlato della Sicilia, mettendone in risalto tante storture, era stato invitato in studio.
Dinanzi a scoop su evidenti mancanze della politica e clientele di varia natura, il giovane non ha potuto fare altro che prenderne atto. Ecco, se il conduttore facesse un giro in Molise ed evidenziasse le mancanze dei vari settori, il non fatto o il fatto male, sarebbe stupido offendersi: non gioverebbe a noi né alla regione.
Occorre fare quindi un passo indietro e cambiare approccio, status mentis. “Emilianizziamoci”.
Sono sicura che solo così passanti e treni di tutto rispetto li avremo anche noi.
Buon Natale a tutti
Mara Iapoce