Il 29 giugno si deciderà il futuro dell’area venafrana e dei suoi cittadini. E’ in gioco la richiesta di Hera Ambiente di sfruttare la massima potenza dell’impianto (49,9 MW) e di utilizzare come combustibile una nuova tipologia di rifiuti, il CSS, avente un minore potere calorifico, in modo da raggiungere il risultato di raddoppiare le quantità bruciabili (queste potranno raggiungere le 17,96 tonnellate l’ora e le 157.329,6 tonnellate/anno a fronte delle 93.500 tonnellate/anno autorizzate fino a oggi). Il CSS si ottiene dal trattamento meccanico (vagliatura, pezzatura, triturazione) del rifiuto non pericoloso ed è costituito da tutto ciò che non può essere differenziato e riciclato e normalmente va in discarica.
La società auspicherebbe che la sua richiesta sia accolta senza ulteriori indagini e valutazioni perché ritiene che le variazioni non costituiscano modifica sostanziale.
Si ritiene invece, che le variazioni che Hera Ambiente vuole apportare al proprio impianto, porteranno bruciare tipi di rifiuti presenti sul mercato in gran quantità e fino ad oggi non consentiti (si pensi alle discariche ormai in via di esaurimento, come quella di Roma), ma daranno al territorio e ai suoi cittadini un carico di inquinanti di gran lunga maggiore e più significativo di quello fino ad oggi emesso e che ha già determinato una situazione critica per l’accumulo di mercurio e cadmio/tallio nel suolo. Per non parlare di inquinanti nocivi come il PCDD, il PCDF e la diossina.
L’Ente Parco Regionale dell’Olivo di Venafro che ha fatto proprie e approvato in consiglio direttivo le osservazioni dell’Associazione Mamme per la salute e del WWF, sarà presente in qualità di uditore alla Conferenza di Servizi, senza diritto di voto.
L’Ente chiede che i rappresentanti della Regione Molise, della Provincia di Isernia e del Comune di Pozzilli si esprimano per una valutazione approfondita dell’impatto che si attende dalle variazioni proposte, e ciò anche in ottemperanza alla mozione recentemente presentata dal Consigliere Vincenzo Cotugno e approvata dal Consiglio regionale.
Ci attendiamo in particolare che la Regione Molise dia seguito alla mozione approvata, invertendo finalmente una tendenza che ha portato l’area venafrana a subire l’atterraggio di industrie inquinanti, nel caso specifico di un’industria nata per le biomasse e diventata un inceneritore.
La Regione applichi senza indugio quanto più volte dichiarato, invertendo una rotta senza futuro per l’area venafrana e puntando sulla difesa del territorio e delle produzioni agricole. Sarebbe un controsenso continuare ad ampliare opifici inquinanti, che dovranno essere invece ridimensionati, in presenza di un Parco voluto dalla stessa Regione.