Riceviamo e pubblichiamo
La notizia dell’Enoteca, anche se preannunciata alla fine di settembre da qualche telefonata di amici, è arrivata comunque come una mazzata che ti stordisce e ti lascia senza fiato. Per me che ho avuto la fortuna di vivere, grazie all’Ente Mostra Vini che ho diretto, dal 1982 al 1995 e dal 2001 al 2004, nella veste di segretario generale, la più bella esperienza professionale della mia vita e, con essa, avere la possibilità di nutrirmi della cultura del vino e di conoscere un mondo, quello della vite e del vino, nel momento della sua più profonda trasformazione, una vera e propria rivoluzione, che ha caratterizzato gli ultimi venti anni del secolo scorso.
Gli anni della rinascita dell’Ente, partito nel 1933 e noto per le sue biennali del vino in Fortezza fino all’ultima edizione del 1960, quando da mostra temporanea si trasforma, con l’apertura dell’Enoteca Italica, in Mostra Permanente. Un’idea geniale quella di continuare a dare un punto di riferimento ai vini tipici italiani con la dedica di una struttura operativa, ricavata all’interno di un bastione dell’antica Fortezza Medicea di Siena, con tante teche in grado di presentare l’immagine di un vino e del suo territorio, e, nel contempo, raccontare i caratteri (analizzati mediante la degustazione di esperti ) all’insegna della qualità e, come tale, a garanzia del consumatore.
In pratica tre anni prima dell’uscita del Dpr 930 del 1963, che, a fatica, ma con grande determinazione di quanti hanno guidato e collaborato al nascente Comitato nazionale vini a d.o., la struttura operativa del Ministero (allora) dell’Agricoltura e Foreste, che ha tracciato un percorso, risultato vincente nel corso degli anni, soprattutto quando sono state riconosciute (1980) le quattro Docg (Barbaresco, Barolo, Brunello di Montalcino e vino Nobile di Montepulciano), con quest’ultimo che, per i minori anni d’invecchiamento, fa da apripista agli altri tre.
L’Enoteca diventa il punto di riferimento del Comitato e luogo d’incontro con la Settimana dei Vini di giugno, la manifestazione che tracciava il bilancio di un anno di attività e indicava il programma del’anno successivo e rendeva Siena, ancor più, la grande protagonista dell’immagine del vino italiano.
Il Comitato presieduto dal Senatore Desana, con i segretari Berardinelli, prima, e Camilla, dopo dal Sen. Desana, dal dottor Camilla e dal mio maestro, onorevole Oddino Bo,componente del Comitato, ho imparato il significato ed il valore del territorio, l’origine della qualità, con i vini che ne diventano, una volta riconosciuti doc, i principali testimoni. Il territorio, la vera e sola miniera d’oro che abbiamo, quella che è stata e continua ad essere devasta dalla scarsa o nulla lungimiranza di chi, ai vari livelli, lo governa e dall’avidità di denaro di chi lo trasforma in cemento e asfalto, deposito di veleni. E’così che si riduce la superficie di terreno fertile destinato al vino e all’ energia vitale, il cibo, di cui abbiamo, prima di ogni altra, bisogno.
Un’idea geniale, dicevo, che ha prodotto esempi in altre regioni italiane e, con la Maison du Vin, anche in Francia. Un tempio, l’Enoteca, un luogo capace di raccogliere e rappresentare la cultura e la civiltà del vino di un Paese che, in questo campo, vanta dei primati a livello mondiale. Quando, vincitore di un concorso, ho salito le scale di tre piani della Camera di Commercio di Siena, a ricevermi con i due impiegati rimasti, una segretaria e un contabile, c’era il presidente, il professor Luciano Mencaraglia, davanti alla porta del mio nuovo ufficio, che era anche la sua.
Un personaggio straordinario per le sue tante e importanti esperienze politico-amministrative (sindaco e presidente della provincia di Siena, Senatore della Repubblica italiana, segretario della gioventù comunista del mondo, premio Lenin), laureato alla normale di Pisa, professore di lettere al Liceo. Originario di Sarzana, la terra degli anarchici, in quel tempo, era anche presidente dell’Azienda di soggiorno e turismo di Siena. Una straordinaria guida per me e uno stimolo a fare quello che era importante fare in quel momento, rilanciare l’Ente e la sua Enoteca ed evitare, così, la chiusura quasi certa di una realtà che sembrava non interessare più nessuno, prima di tutto il mondo del vino.
In poco tempo i primi risultati. Un finanziamento di 50 milioni di lire per la ristampa de La Carta dei Vini e la stampa di un depliant de l’Enoteca da parte della Direzione, allora nelle mani del professor De Fabritiis, delle produzioni agricole del Ministero dell’Agricoltura: la Camera di Commercio, presieduta dal professor Antonio Sclavi, che finanzia la bella pubblicazione “La Terra senese e i suoi vini”; la maggiore attenzione della Provincia di Siena e del Monte dei Paschi; la pubblicazione de “La lista dei vini dell’Enoteca” e, come una manna dal cielo, i 50 milioni posti in bilancio dalla Regione Toscana, che sono serviti per impostare una prima vera programmazione; la collaborazione con la Camera di Commercio e il suo dirigente, il compianto Mario Bianchini, per la prima uscita di un vino Docg, il “Nobile di Montepulciano”. Nell’insieme l’inizio di una ripresa dei rapporti con questi Enti e Istituzioni che trovano un rafforzamento e un allargamento con il nuovo presidente, Riccardo Margheriti, da poco eletto senatore, nel momento in cui sostituisce l’indimenticabile professor Mencaraglia.
Il decollo Con Margheriti, che non sta fermo un minuto, l’Ente Mostra Vini decolla grazie a un programma fitto di decine e decine di iniziative, che hanno fatto storia e dato uno stimolo importante alla svolta che ha rivoluzionato il mondo del vino italiano. Penso alla grande manifestazione “Alimentazione, Vino e Sport” con la Fidal e la Scuola dello Sport, la presenza dei nostri campioni mondiali e olimpionici, a partire da Sara Simeoni che, da allora, diventa madrina dell’Enoteca e del vino italiano doc e docg. Penso anche allo sviluppo dell’idea “Vino e Turismo”, con i Wine Tours di un collaboratore prezioso, Giorgio Guagliumi; l’Associazione nazionale delle Città del Vino di Elio Archimede; Le Donne del vino di Elisabetta Tognana; il Movimento del turismo del vino di Donatella Cinelli Colombini. I premi a tecnici e personalità del mondo del vino e a personaggi, amecari, del mondo dell’Arte, dello Sport, della Musica, come la mitica Sara Simeoni, Salvatore Accardo, Lucio Dalla, Alberto Tomba.
A questo straordinario e intenso lavoro, la presidenza Tattarini, ha dato continuità, aggiungendo al tema del Turismo del Vino, le Strade del Vino; nuove interessanti pubblicazioni e, cosa importante, la realizzazione di due progetti di grande attualità “Vino e Giovani” e “Vino è”. Ha dato forza alle due “Settimane”, quella dedicata al vino e quella dedicata all’olio, con altri personaggi coinvolti, come la Carla Fracci, Rita Levi Montalcini, Alfonso Iaccarino, il grande “don Alfonso” di Sant’Agata dei due Golfi . Intenso lavoro, sopportato da un apparato ricco di professionalità, che si è decuplicato negli uffici, ed è aumentato all’Enoteca, prima con Ciatti responsabile e, poi, con Fausto Virgilio. Sopportato, anche, da tanti bravi collaboratori. A questi personaggi, ai bravi collaboratori, all’impegno profuso, agli amici, alla capacità di pubbliche relazioni e di fare comunicazione, e, soprattutto, all’intelligenza messa a disposizione si deve la fama nel mondo dell’Enoteca italiana e la rabbia di oggi di tanti amici della Stampa estera in Italia, dei Consolati, della Fao, degli enti di tante Regioni con i quali l’Enoteca ha collaborato , delle Università. Soprattutto dei tanti amici, sparsi nel mondo, che hanno collaborato ai successi di un Ente e della sua struttura, oggi precipitati per mancanza di attenzione da parte, innanzitutto, delle istituzioni senesi e toscane e per una scarsa capacità di proposta da parte di chi doveva, con le idee, i progetti e le iniziative, incalzare queste istituzioni e, con esse, le Regioni e il Ministero dell’Agricoltura, l’intero mondo del Vino. Un mondo che riscuote successi e, sicuramente, anche grazie ai tanti campi dissodati e seminati dall’intenso lavoro dell’ente Mostra Vini di Siena e della sua Enoteca. Le opportunità, come la fortuna, non arrivano mai per caso e si colgono solo se si ha la voglia e la capacità di fare.