Il 10 marzo il Parlamento di Strasburgo ha approvato a larga maggioranza (441 sì, 205 no e 52 astenuti) la relazione curata da Marc Tarabella sull’eguaglianza tra uomini e donne nell’Unione Europea, la maggioranza dei voti dimostra che il Parlamento europeo si batte per la parità salariale, la violenza sulle donne, il congedo di maternità e il diritto all’aborto. “Esprimo anch’ io la mia soddisfazione – afferma in una sua nota la Consigliera di Parità della Regione Molise Giuditta Lembo- per quello che ritengo un passo avanti importante, un segnale di responsabilità da parte delle Istituzioni europee verso il tema dei diritti delle donne”. La relazione interviene su molti temi: dalla partecipazione delle donne al mercato del lavoro ai servizi per l’infanzia, dal divario retributivo alla conciliazione vita/lavoro, dalla presenza di donne in luoghi decisionali, alle carriere delle donne nelle scienze e nella tecnologia, dalla lotta alla violenza di genere a quella contro gli stereotipi sessisti. Ma il paragrafo più controverso, quello su cui c’erano tra le donne maggiori attese e timori, è quello in cui si afferma che “le donne debbano avere il controllo dei loro diritti sessuali e riproduttivi, segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all’aborto” e che pertanto il Parlamento Europeo “sostiene le misure e le azioni volte a migliorare l’accesso delle donne ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e a meglio informarle sui loro diritti e sui servizi disponibili”, e invita “gli Stati membri e la Commissione a porre in atto misure e azioni per sensibilizzare gli uomini sulle loro responsabilità in materia sessuale e riproduttiva” (§47 del testo approvato). Anche se la competenza legislativa resta in mano ai singoli paesi, credo- prosegue la Lembo- che l’approvazione di questo paragrafo da parte dell’Aula di Strasburgo segni una tappa fondamentale nel cammino di riconoscimento dell’autodeterminazione delle donne in materia sessuale e riproduttiva, aprendo in Europa spazi maggiori per la libertà e la responsabilità femminile nelle scelte sul proprio corpo. È anche un tema di capitale importanza nelle politiche dell’Unione Europee rivolte alla salute delle sue cittadine e residenti. Come ci ha insegnato la storia della legge 194, in Italia in trentacinque anni le interruzioni volontarie di gravidanza sono diminuite del 55%, fino a toccare il minimo storico in anni recenti, mentre sono stati attivamente contrastati gli aborti clandestini. L’atto che si è compiuto al Parlamento Europeo indica quindi una strada da percorrere, sia per gli Stati membri che ancora negano piena libertà alle donne in materia sessuale e riproduttiva, sia per paesi come l’Italia che potranno e dovranno fare meglio in futuro, perché il diritto sancito dalla legge sia garantito e reso effettivo nella pratica. Interessante iniziativa è stata lanciata in vista della Giornata internazionale della donna l’8 marzo, da tutti i membri maschi della Commissione europea, che hanno dato il loro sostegno alla campagna delle Nazioni Unite “ #HeforShe ” che mira a rendere la parità di genere un problema anche degli gli uomini . Ciò riflette il forte sostegno della Commissione per i diritti e l’empowerment delle donne
Lembo: il Parlamento di Strasburgo ha approvato la relazione sull’eguaglianza tra uomini e donne nell’ UE
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