Fa strano notare come da quando si è manifestato il rischio dell’installazione delle 2 centrali a biomasse nei dintorni di Campochiaro e S. Polo Matese si siano risvegliate le coscienze riguardo alla tutela dell’ambiente e della biodiversità dell’area matesina. Sono anni oramai, abbiamo perso quasi il conto, che la Legambiente, insieme ad altre associazioni e realtà territoriali, è in campo per l’istituzione del Parco Nazionale del Matese che unisca il versante molisano con quello campano già in parte protetto da un Parco regionale. La tutela e la valorizzazione delle straordinarie ricchezze naturalistiche, infatti, rappresentano una concreta opportunità di sviluppo per le popolazioni locali.
Ancora fa strano notare come sul totale dei comuni matesini ricadenti nella potenziale perimetrazione del parco, solamente cinque amministrazioni abbiano già deliberato a favore dell’ Istituzione del Comitato tecnico per il Parco Nazionale del Matese: S. Polo Matese, Sepino, Castelpetroso, S. Maria del Molise e Macchia di Isernia. Considerata la grande movimentazione che si sta creando attorno al no alle 2 centrali a biomasse non possiamo non notare che la scelta di impegnarsi formalmente a favore del Parco, uscendo dal limbo dell’incertezza, sia ancora troppo scarsa. Invitiamo le amministrazioni comunali che hanno a cuore la tutela ambientale di quelle zone e che ancora non hanno deliberato a favore del Parco, di manifestare apertamente la scelta di futuro che vogliono compiere per i loro territori, le loro comunità e le loro economie.
La nostra regione è colpevolmente carente di strumenti legislativi di programmazione e gestione territoriale; in tale contesto l’istituzione del Parco, ma in generale l’attenzione alle esigenze dell’intero Molise, imporrebbe alla Regione di dotarsi di norme idonee a gestire, tra gli altri, anche gli iter autorizzativi degli impianti a biomassa. La normativa regionale con la quale sono state recepite le linee guida nazionali, appare pericolosamente vuota in termini di requisiti e prescrizioni che gli impianti a biomassa devono rispettare. Differentemente da quello che accade altrove, in Molise realizzare una centrale a biomassa da 0.99MW richiede sicuramente meno vincoli rispetto a regioni più attente quali ad esempio l’Emilia Romagna.
Ricordiamo infine che l’attuale Governatore Frattura durante la campagna elettorale prese l’impegno di affrontare la questione della nascita del parco nei primi 100 giorni di governo. Crediamo che questi giorni siano passati da un pezzo e che sia finito il tempo delle attese. In tema di sviluppo e di occupazione l’area matesina ha bisogno di risposte che certamente non possono arrivare dall’installazione di due centrali a biomasse di quelle dimensioni. Secondo le stime di Federparchi le aree protette occupano in Italia più di ottantamila persone indotto compreso. Istituendo il Parco daremmo un’opportunità di sviluppo da non perdere sia per quel che riguarda la promozione turistica dei paesaggi e dei comuni che andrebbero a ricadere nell’area sia per la valorizzazione di quell’agroalimentare di qualità, argomento di cui molti parlano ma del quale pochissimi si occupano in maniera seria.
Legambiente Molise: basta chiacchiere, il Matese necessita del Parco!
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