Lavoro e povertà: il Molise nel baratro, nel silenzio assordante dei vertici del PD

E’ di pochi giorni fa il coraggioso appello lanciato dal Vescovo della Diocesi di Termoli-Larino, Monsignor Gianfranco De Luca,  ai tanti giovani disoccupati del basso Molise esclusi dal mercato del lavoro o vittime dei continui ricatti della classe politica locale. La denuncia del Vescovo  giunge in un momento decisamente delicato per il nostro territorio, alla prese con la progressiva desertificazione economica, sociale occupazionale che sta portando pian piano il Molise verso il baratro. Un elemento che non sembra preoccupare la politica, che in una situazione di grave malcontento riesce meglio a destreggiarsi, reggendo i fili del potere a muovendoli a suo piacimento. E così anche l’assegnazione di un incarico di collaborazione di natura precaria, in cambio della fedeltà al capo, in mancanza di  nulla può costituire un duraturo elemento di vantaggio in termini di consenso. E così il lavoro da diritto diventa un privilegio riservato a coloro che si piegano alla volontà di un sistema clientelare che costituisce ancora oggi il vero ostacolo allo sviluppo e al progresso del nostro territorio. Uno sviluppo ostacolato volontariamente da una politica che intende solo autoconservarsi il più a lungo possibile e per farlo deve necessariamente ridurre il cittadino a suddito. Per i pochi coraggiosi che si ribellano a questo sistema, c’è l’emarginazione. Questo è il sistema adottato dall’attuale governo regionale,un governo che dopo aver vinto le elezioni nel 2013 promettendo pari opportunità, lavoro e dignità per tutti,  sta portando pian piano la stragrande maggioranza dei i molisani alla disperazione. I dati  resi noti ieri dalla Cisl parano chiaro: “i redditi dei cittadini molisani sono sensibilmente più bassi rispetto alla media nazionale, ma ancor più grave è il solco che divide gli stessi cittadini: il 70% della popolazione non arriva a percepire nemmeno il 40% del reddito regionale. 4 famiglie su 10 sono a rischio di povertà o di esclusione sociale”. Uno scenario catastrofico, aggravato dall’immobilismo imbarazzante dell’attuale governo regionale che in oltre tre anni di governo non solo non è riuscito a risolvere una sola vertenza sul tappeto, ma non ha neppure assicurato adeguate soluzioni alternative per invertire il trend negativo che si è tradotto in oltre 11 mila posti di lavoro persi, nel pubblico e nel privato, su tutto il territorio molisano. In tale situazione tra i vertici del Partito Democratico, forza politica di maggioranza in Molise,  regna il più totale silenzio. Per la segreteria regionale del PD molisano il lavoro non  rappresenta un tema che deve essere discusso nelle sedi deputate. Il silenzio che si registra su  questione storicamente a cuore della sinistra, è assordante e allo stesso tempo imbarazzante. Fin quando la base del Partito  Democratico sarà disposta a tollerare questo stato di cose?  Fin quando ancora si potrà nascondere la polvere sotto il tappeto, tacendo un fallimento evidente che rischia di travolgere l’intero centrosinistra? Il nostro auspicio è che si verifichi quanto prima un sussulto di dignità e di orgoglio, un sussulto che non può non partire dal basso e da coloro i quali ambiscono a far rinascere una nuova speranza di cambiamento.

Nicola Colonna
Portavoce Unione Democratici del Molise – Segretario circolo PD Ripabottoni – Membro direzione PD Basso Molise

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