Come è a tutti noto, particolare cordialità è da sempre intercorsa tra la mia persona e Padre Giancarlo Bregantini. Detta sentita e particolare reciproca cordialità ebbe origine nel 2009, epoca in cui, nella mia veste di Tutore Pubblico dei Minori della Regione Molise, formulai al Monsignor la richiesta -motivata e documentata da una sentenza di condanna pronunciata dal Tribunale di Grosseto – di immediato allontanamento dalla casa canonica e dalla parrocchia di Cercemaggiore di don Felix Cini originario di Malta, malauguratamente e per prassi della Chiesa, operante in un nuovo territorio: il nostro povero Molise! Il caso Cini divise la comunità di Cercemaggiore, tanto da causare nella stessa e nel tessuto sociale annesso, aggressività e violenza, mentre, al di fuori, una ingiusta e preordinata denuncia alla mia persona. In quella occasione, il Vescovo della Diocesi di Campobasso scelse di schierarsi dalla parte del prete pedofilo, fui quindi costretta a ricorrere, con l’aiuto di molte mamme e di tanti papa’ (nel frattempo la politica si muoveva silenziosamente anch’essa in parte a sostegno del parroco maltese), al Santo Padre Ratzinger e alla Congregazione della fede per vedere tutelati i diritti dei bambini molisani e italiani.
Anche in occasione della controversa questione de ‘I Misteri’, Bregantini si schierò apertamente con la tradizione popolare, tralasciando l’aspetto della sicurezza che più volte avevo evidenziato e che il tempo, ahimé, mi ha confermato. È della passata edizione, infatti, l’incidente che ha visto protagonista una bambina caduta dall’ingegno. Padre Giancarlo e io percorremmo anche allora sentieri opposti, destino il nostro!
Sui quotidiani degli ultimi giorni, si annuncia il possibile trasferimento a Messina di Monsignor per la successione al vertice della Curia. Incarico importante, e nel contempo difficile, che non scoraggerà nostra Eccellenza distintasi per l’impegno assunto contra la ‘ndrangheta ne territori caldi della Calabria. Bregantini, nel suo officio in Molise, appare opportuna la elencazione, ha sostenuto i lavoratori dei centri commerciali, santificando la chiusura domenicale in onore di nostro Signore; ha promosso una Tavola rotonda nel 2013, in piena campagna elettorale, al fine di veder concretizzarsi un opportuno confronto tra i candidati presidenti alla regione Molise; nelle stanze segrete ha accolto personaggi di spicco del panorama politico nazionale; si registra la novella sua partecipazione in Consiglio regionale, nella nostra Aula consiliare, per gli auguri e le raccomandazioni dedicate alla politica e al corrente anno; è dello scorso dicembre la formulata sua dichiarazione di sostegno al presidio della Corte di Appello di Campobasso e, da ultimo, la scelta di perorare la causa ‘di casa’, ovvero la Fondazione Giovanni Paolo II.
Tante, in quest’ultima occasione, le parole spese da padre Giancarlo Bregantini, tanti gli appelli rivolti alle istituzioni, tanta la solidarietà dimostrata ai lavoratori che rischiavano il proprio posto di lavoro e tanta apprensione rivolta ai cittadini che avrebbero perso, qualora la Regione ne avesse decretato la fine, un centro di eccellenza.
Con riferimento alla riforma sanitaria in atto, Padre Giancarlo resta, invece, immobile, forse impietrito dalle difficoltà che la scelta di un Governo nazionale di sinistra impone alla nostra Terra. Prima Berlusconi, poi il governo tecnico di Monti e ora Renzi chiedono al Molise di recidere ove possibile. La rivoluzione della sanità produrrà i suoi effetti a cominciare dal taglio dei reparti presumibilmente fotocopia. Il Cardarelli, dunque, continuerà a gestire il servizio di oncologia e cardiologia negli ospedali minori. Nel capoluogo, invece, sarà affidata alla Fondazione Giovanni Paolo II l’esclusiva dei due reparti delicati, reparti dove la sofferenza è tangibile. Per ogni fedele, Gesù Cristo è presente laddove c’è sofferenza e, laddove c’è Gesù Cristo dovrebbe esserci un incaricato dalla Chiesa pronto a lenire le piaghe. Appare naturale chiedersi: Perché il nostro più alto rappresentante dell’istituzione religiosa non spende alcuna parola a sostegno dei professionisti del comparto pubblico e dei cittadini, nonché pazienti? I cittadini hanno necessità di ascoltare una parola di conforto, messaggio che tarda ad arrivare. La costituzione apostolica “Pastor bonus”, di papa Giovanni Paolo II, il pontefice che posò la prima pietra dell’allora Cattolica, fissava sulla Carta “la Chiesa, sull’esempio di Cristo, nel corso dei secoli, ha fortemente avvertito il servizio ai malati come parte integrante della sua missione. Chiamata e mandata a servire un uomo la chiesa lo incontra in modo particolare nella via del dolore e questa è una delle vie più importanti”.
I cittadini molisani, che si battono per una sanità pubblica, sembrano, in questa particolare circostanza, percorrere la via del dolore soli, senza la guida spirituale di un arcivescovo che più volte in passato ha ammonito istituzioni e politica. Oggi, con sorpresa, non “odo le sue odi” in merito alla riorganizzazione della sanità molisana. Non è colpevole solo chi agisce, ma anche chi non agisce!
Nunzia Lattanzio