Il segno di un’importante proprietà del nostro universo è stato rintracciato, per la prima volta, da un team di astronomi italiani, grazie all’osservazione di alcune stelle particolari (stelle di neutroni). A far parte del team dell’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) guidato dal professor Roberto Mignani, team che ha collaborato con colleghi della Università polacca di Zielona Gora c’era anche uno scienziato molisano, Vincenzo Testa, originario di Campobasso e da tempo in forza all’osservatorio Inaf di Roma a Monteporzio Catone . Hanno integrato il team predisponendo i modelli teorici l’Università di Padova e il Mullard Space Laboratory di Londra, un lavoro quindi con nomi di grande qualità e di grande respiro internazionale. “Abbiamo lavorato con uno dei telescopi più potenti e grandi del mondo, il VLT (Very Large Telescope) dell’osservatorio del Paranal in Cile. Grazie all’osservazione di una stella di neutroni particolarmente densa, a 400 anni luce dalla Terra abbiamo potuto osservare alcune proprietà singolari, come la birifrangenza del vuoto”. La birifrangenza del vuoto è prevista dalla cosiddetta teoria dell’elettrodinamica quantistica ma non era mai stata dimostrata sperimentalmente, cosa invece avvenuta oggi. “Non è stato semplice-continua Testa- perché si tratta di una fonte molto piccola, una fonte estremamente debole da cui trarre i dati di osservazione. Siamo però molto soddisfatti, si tratta di un lavoro importante che apre nuovi spazi nella ricerca delle dinamiche più profonde del nostro universo”. I
Vincenzo Testa è uno dei tanti cervelli molisani emigrati altrove, che si sono fatti strada da soli con il loro coraggio e le loro capacità. Figlio del noto medico Italo, Vincenzo però non ha mai voluto rescindere i rapporti con la propria terra di origine. “Recentemente abbiamo avviato un protocollo di collaborazione, su base volontaria e gratuita, con l’Università del Molise. Amo la mia terra, affetti importanti sono qui e non è facile vivere per tanti anni fuori dal proprio habitat, dal mondo in cui sono cresciuto, non la ritengo una condizione naturale. Purtroppo però, specie per le attività professionali che svolgo questo è praticamente indispensabile anche se torno spesso e volentieri a Campobasso e cerco, come nel caso della collaborazione con l’Università, di poter essere utile nel mio piccolo anche alla mia città e alla mia terra”. ( nella foto l’astronomo Testa durante una lezione)
P.C.