LARINascita manifesta perplessità sul bando “blinda” terreni di contrada Bosco

Merita apprezzamento, per il movimento LARINascita, la scelta dell’amministrazione Notarangelo di provvedere attraverso procedura ad evidenza pubblica ad offrire a tutti gli operatori agricoli la possibilità di aggiudicarsi l’affitto della durata annuale o quinquennale di circa 80 ettari di terreno agricolo, una parte di tutti quelli di proprietà del Comune di Larino, situati in zona C.da Bosco.  Si tratta di terreni irrigui in zona pianeggiante che senza dubbio rappresentano un’ottima risorsa per quanti intendano fare agricoltura e bene si è fatto quindi a svincolarli da contratti d’affitto della durata quindicennale prima vigenti.

Grande celerità è stata adoperata dall’amministrazione frentana per la realizzazione del bando e di tutte le relative procedure se si considera che dalla data di pubblicazione dello stesso al termine di presentazione delle offerte dei potenziali aggiudicatari intercorrono circa 16 giorni, periodo davvero esiguo per quanti al fine di partecipare all’asta pubblica dovranno prendere conoscenza del contenuto del bando, istruire tutte le pratiche richieste per la proposizione delle offerte e inviarle all’ente di piazza municipio entro e non oltre il 18 novembre alle ore 12.00.
Analizzando il contenuto del bando, tuttavia, risultano evidenti dei limiti dello strumento utilizzato che lasciano presagire l’adozione di una superficialità nella redazione che rischia di diventare foriera di contenziosi per quanti parteciperanno all’asta pubblica e risultando non aggiudicatari decidessero di impugnarlo dinnanzi alla giustizia amministrativa.
Innanzi tutto, appare palese l’indeterminatezza dei lotti coi quali si è deciso di indicare i vari appezzamenti di terreno offerti all’asta, tant’è che risultano molto approssimativi i confini dei vari lotti, contraddistinti soltanto attraverso uno stralcio planimetrico, in scala 1 a 4000, senza aver provveduto preliminarmente né ad un rilievo topografico né al frazionamento degli stessi. L’individuazione di alcune particelle, infatti, risulta alquanto approssimativa, se si prende ad esempio la p.lla 175, inserita tra i terreni offerti nel bando, si nota che non è più esistente, in quanto un recente frazionamento ha diviso la medesima in due particelle differenti e contraddistinte da diversi numeri. Come può risultare corretta l’offerta contenuta nel bando se il bene oggetto dell’aggiudicando contratto d’affitto è individuato erratamente?
All’interno del bando col quale si offrono in affitto i terreni per una durata di cinque anni, inoltre, è previsto così come la normativa agraria impone, il diritto di prelazione che può essere esercitato dal vecchio affittuario nell’aggiudicazione del bene oggetto di bando. In sostanza, soltanto per i terreni offerti in affitto per cinque anni, è sancito il diritto del conduttore uscente di essere preferito nell’aggiudicazione del bene qualora accetti di offrire le medesime condizioni garantite dalla migliore offerta. Analizzando il bando però si nota una palese confusione riscontrabile in alcune particelle (ad es. 5; 97) che essendo state inserite in entrambi i bandi, quello per l’affitto annuale e quello per l’affitto quinquennale, non si capisce se il diritto di prelazione sul bene contraddistinto dallo stesso numero di particella sia esercitabile o meno.
Anche il canone di locazione fissato a base d’asta, non risultando parametrato sugli indici Istat correnti, non si capisce come sia stato calcolato nella misura prevista né è dato sapere se in tale misura risponda alle esigenze degli operatori agricoli potenziali aggiudicatari visto che le categorie di settore non sono state interpellate né è stata operata un’indagine di mercato.
Secondo il movimento LARINascita, infine, nonostante vada condivisa l’intenzione di concedere in affitto i terreni di C.da Bosco secondo una nuova procedura di evidenza pubblica aperta a chiunque fra gli operatori agricoli abbia interesse a concorrere per l’aggiudicazione in affitto dei terreni fra i migliori del zona basso molisana, non si può non sottolineare come le modalità adottate per tradurre l’intenzione politica in atto amministrativo non sono state di certo tecnicamente esemplari e, aspetto ancora più grave, non hanno considerato che si tratta di terreni attraverso i quali oggi traggono fonte di lavoro e reddito numerosi cittadini larinesi che, visto il prezzo fissato a base d’asta, questo rischia di gravare oltremodo sulle aziende di produzione agricola già in stato di difficoltà anche a causa della congiuntura economica poco felice del periodo.

Movimento LARINascita

Commenti Facebook