L’avevamo sospettato e siamo stati facili profeti. Quando, improvvisamente, alcuni quotidiani hanno cominciato a scrivere del Molise in termini di valorizzazione del territorio, tra l’altro esaltando analoghi elementi e luoghi, tanta improvvisa e imprevista “manna” dal cielo c’è sembrata strana.
E mentre qualche amministratore locale si trasformava in un pavone orgoglioso dei risultati ottenuti, la verità, almeno a sentire finalmente qualche esponente dell’opposizione, viene fuori: chi ha pubblicato note positive per il Molise lo ha fatto soltanto perché è stato pagato.
Insomma, ancora una volta, questa regione economicamente alla canna del gas, paga affinché si parli di lei. Dopo i “redditi di residenza” che radicano la logica del “ti garantisco un reddito se vieni ad isolarti tra queste montagne”, ora anche gli organi d’informazione per parlare del Molise riscuotono alla cassa. Della serie: tutto ha un prezzo. Almeno per Isernia e Campobasso. Perché altrove i giornalisti, quelli con i soldi veri, si comprano casa e investono nei territori.
Veniamo alla “verità rivelata” dal consigliere del Movimento Cinque Stelle Angelo Primiani, che in una nota scrive: «Nelle scorse settimane ci siamo meravigliati tutti della grande visibilità mediatica concessa al Molise. Abbiamo esultato leggendo il Corriere della Sera che parlava di ‘rivincita del Molise’, ci siamo inorgogliti con Il Sole 24 Ore che narrava il ‘bello del Molise ritrovato tra borghi e sapori di casa’, ci siamo sentiti lusingati dagli articoli apparsi su La Stampa, La Repubblica, Il Messaggero e su riviste specializzate come PleinAir o Viaggiart”.
Il consigliere giustamente incalza: “L’assessore avrebbe dovuto dire anche che la Regione ha pagato per far pubblicare questi articoli. L’ho scoperto – rivela Primiani – chiedendo tutti gli atti relativi al bando che la Regione Molise ha pubblicato per realizzare una campagna di comunicazione orientata alla conoscenza degli eventi del progetto ‘Turismo è Cultura 2020’ e ‘volta a consolidare la strategia di marketing territoriale mediante un Piano di comunicazione articolato sulle tre direttrici di Media strategy, Social strategy e Dynamic advertising’, da realizzarsi al costo massimo di 250.000 euro.
Analizzando la relazione circa lo stato di avanzamento del progetto al 31 agosto 2019, infatti, risulta che la Regione ha sponsorizzato una campagna di comunicazione a carattere informativo ‘su almeno 2 delle principali riviste di settore turistico e culturale nazionali’ che ha poi prodotto la pubblicazione di due articoli sulle riviste specializzate Plein Air e ViaggiArt. Prevista anche la realizzazione e pubblicazione di ‘almeno n. 4 articoli sui maggiori quotidiani a tiratura nazionale. Di questi, n. 2 dovranno essere pubblicati sui siti on-line dei giornali principali (Corriere della Sera, La Repubblica), e n. 2 sull’edizione cartacea (Il Sole 24 Ore, Il Messaggero) per la promozione dell’immagine turistica del Molise’.
A questi si aggiunge uno specifico accordo con l’agenzia di stampa Ansa per ‘la diffusione di 4 articoli al mese attraverso l’attività delle redazioni della sede centrale e dell’ufficio regionale Abruzzo-Molise con la visibilità istantanea in tutte le redazioni delle tv e dei giornali nazionali e regionali’.
Previsti, inoltre, articoli a pagamento sulla stampa e su alcuni online locali, uno spot tv, cartelloni 6×3 e banner sugli autobus pubblici, magari anche su quelli ‘Euro 0’ che inquinano ciò che il progetto ‘Molise è Cultura’ dovrebbe difendere”.
Primiani conclude: “La verità va detta tutta, sempre e in ogni campo: la Regione ha pagato questa visibilità. Ma, soprattutto, queste iniziative vanno collegate ad interventi strutturali e in vari campi, perché la visibilità da sola non basta. Ne è un semplice esempio la vergognosa storia di Campitello Matese, stazione sciistica ormai ‘fantasma’. Infatti serve a poco attrarre in Molise cittadini di tutto il mondo se poi non abbiamo strutture e servizi da fornire…. Giorni fa, a proposito della visibilità mediatica concessa al Molise, il governatore Toma ha dichiarato che ‘nulla accade per caso’. Ora sappiamo un po’ meglio a cosa si riferisse».
Perfetto, non c’è alcunché da aggiungere. Si può, però, osservare che con 250mila euro si sarebbe potuto pagare uno dei migliori uffici stampa nazionali che avrebbe costruito e dilatato nel tempo una comunicazione costante, coordinata ed efficacie. Oppure far fare questo lavoro a giovani giornalisti molisani, i più oggi purtroppo sottopagati.
Sono queste vicende, sommate alle tante altre, che fanno allontanare dal Molise (anziché avvicinare) tante persone di origine molisana, specie quelle delle nuove generazioni che si ritrovano l’eredità di case che costano tanto tra tasse e manutenzione e non si riescono a vendere nemmeno a 20mila euro. Questo, purtroppo, è ormai il reale valore del territorio. Perché la logica di alcuni che l’amministrano, incapaci di volare alto, è spesso sempre la stessa: promuovo il Molise in Molise per distribuire un po’ di caramelle a persone che conosco.
I dati demografici costituiscono la migliore risposta all’efficacia di chi governa questa sfortunata regione. Gran parte del Molise si sta desertificando. Se viverci diventa sempre più complicato, con servizi ridotti all’osso, andarci in vacanza è poco competitivo rispetto ad altre località che offrono certamente servizi migliori e luoghi gestiti meglio.
Per anni “Forche Caudine” ha promosso i propri territori d’origine e l’ha fatto con grandissima passione. Oltre quattrocento eventi in 31 anni di attività. Sorretti soprattutto da tanto volontariato. Ora i remi stanno spesso in barca, perché anche riservare poco tempo alla causa (per quanto nobile) accende interrogativi sul perché farlo. Tra l’altro non lo diciamo noi, ma ci viene persino detto: ma chi ve lo fa fare?
Quando c’è stata la necessità di coinvolgere le istituzioni, sono scaturite quasi sempre figuracce. Ricordiamo ancora l’uscita di un assessore dopo il terremoto di San Giuliano ad un nostro evento turistico qui a Roma, presenti molti tour operator e amministratori romani: “Grazie al terremoto, ora in Italia ci conoscono di più”. Una perla.
Non ci stupiamo, allora, se tanti molisani qui a Roma non vogliono più sentir parlare della terra d’origine. Molti, ormai, ignorano (o nascondono) le origini e non vedono l’ora di liberarsi delle proprietà (purtroppo) ereditate. La realtà, purtroppo, è questa. E gli articoli “a pagamento” servono davvero a poco per invertirla…
Forche Caudine