L’assemblea di Palazzo Madama ha approvato ieri il ddl che introduce il delitto di tortura nell’ordinamento italiano. Un’altra vittoria dei Giovani Democratici. L’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano, assieme alla depenalizzazione del consumo di droghe leggere e all’abolizione del reato di clandestinità, è stato uno dei temi proposti nella campagna per il referendum “3 leggi per la giustizia e i diritti” che insieme all’associazione Antigone abbiamo lanciato durante la scorsa estate , con oltre 500 firme raccolte in diverse piazze dei comuni del Molise.
Con il testo proposto dalla Commissione giustizia si introducono nel codice penale gli articoli 613-bis, che disciplina il delitto di tortura, e 613-ter, che incrimina la condotta del pubblico ufficiale che istiga altri alla commissione del fatto. Si è optato per l’introduzione di un reato comune, connotato da dolo generico, anziché di un reato specifico riguardante esclusivamente i funzionari pubblici. Costituisce circostanza aggravante il fatto che il reato sia stato commesso da un pubblico ufficiale e che dalla condotta derivino gravi conseguenze (lesioni personali o morte).
“Mediante l’introduzione del reato di tortura nel codice penale finalmente il nostro Paese ha compiuto un passo in avanti sul fronte del riconoscimento dei diritti umani, che ci avvicina ad altri stati europei. Si colma così una lacuna normativa che perdurava da quasi trent’anni a causa del freno posto da volontà pseudo-garantiste che miravano per lo più a proteggere interessi corporativi”.
Davide Vitiello, Segretario Giovani Democratici Molise – Responsabile Regionale “Rete della Legalità del Mezzogiorno”