La “stalla” di Ruta e della Granarolo sta mostrando, con il silenzio e con le urla nei consigli comunali aperti, che i protagonisti, come i comprimari, sono sempre gli stessi. Affamati di soldi e di potere, accecati dall’odio per la terra che dicono di amare, nel momento in cui la regalano, la svendono, la distruggono o la usano e abusano per i loro miseri interessi. Non hanno un domani da regalare perché il domani per loro è già nel passato. Così è stato anche per quelli che hanno portato le chimiche nel Molise, aperto alle discariche, turbogas, centrali di biogas o biomasse, pale eoliche selvagge, pannelli solari a terra, ed altre fonti di affari. In questo senso uguali, tutti uguali purtroppo, legati insieme dal silenzio, non importa la bandiera che sventolano, la tunica che vestono o la tessera che hanno in tasca.
Una cosa è certa, questa “stalla”, nel momento in cui riusciranno a farla, sarà marchiata di bandiere soprattutto di centro e, anche, di “sinistra”. La “sinistra” del silenzio, che sposa la globalizzazione e il pensiero delle multinazionali. Quella “sinistra” che mostra con sfacciataggine il volto di quelli che pensano solo al denaro, al profitto per il profitto o al potere. Quella stessa “sinistra” che ha la presunzione di pensare che i veri uomini e le vere donne di sinistra abbiano dimenticato cosa significhi identificarsi nel “rosso ” . Essere di sinistra per i veri uomini e le vere donne di sinistra è avere un’avversione istintiva per l’ingiustizia e lo sfruttamento, un’affinità elettiva con la democrazia diretta, un’empatia morale per la dignità delle altre persone; è essere consapevoli che la crisi ecologica e le minacce arrecate alla biosfera richiedono un cambiamento economico e sociale radicale. Solo chi si presenta con la propria faccia e il proprio pensiero è da credere, se dice di essere di sinistra.
Comitato “No stalla, Sì Molise Bene Comune”