Quest’anno tutti gli italiani all‘estero, proprietari di una casa in Italia, devono pagare l’Imu. Compresi quindi i tantissimi molisani che vivono lontani dal nostro Paese. E’ un provvedimento che rischia di compromettere il rapporto di tanti molisani residenti all’estero con la terra d’origine perché equipara doveri ma non diritti.
L’associazione “Forche Caudine”, che da oltre trent’anni rappresenta un punto di riferimento dell’emigrazione molisana, ha raccolto il parere di Laura Garavini (Italia Viva), senatrice eletta all’estero, da anni residente in Germania, da sempre vicina al circolo dei molisani a Roma.
“Pur vivendo oltreconfine, tanti molisani continuano a svolgere un prezioso ruolo sociale, economico e culturale per la terra di origine – ha spiegato la senatrice nel corso dell’incontro. “Ad esempio, si prendono cura dell’immobile, lo ristrutturano, ne evitano l’abbandono architettonico e, trascorrendo lì le vacanze con familiari, amici, conoscenti, portano vita alla cittadina, e anche un continuo indotto economico. Insomma rappresentano una vera ricchezza – umana ed economica – che va coltivata. Anche attraverso l’esonero dal pagamento dell’Imu. Si tratta di un investimento pubblico per far sì che tanti connazionali residenti all‘estero non interrompano il proprio legame con il territorio di provenienza”.
Il confronto che l’associazione ha cercato con la senatrice rientra nell’opera di raccolta delle istanze dell’emigrazione molisana non solo all’estero, ma anche in Italia. Il mantenimento sempre più esoso degli immobili nei paesi d’origine, a fronte di presenze sempre più ridotte, è proprio una delle questioni più sentite. Non a caso i cartelli “vendesi”, il più delle volte infruttuosi, si moltiplicano anno dopo anno.
“Alcuni comuni hanno saggiamente esonerato i propri concittadini residenti all‘estero dal pagamento dell’imposta sulla casa attraverso un’apposita delibera comunale – informa la senatrice. “E’ il caso della siciliana Cattolica Eraclea a favore dei pensionati che vivono fuori dall’Italia. Certo, una scelta non facile perché comporta minori entrate per un Comune. Ma c’è consapevolezza del valore aggiunto che i propri concittadini nel mondo, proprietari di un immobile in paese, rappresentano per il proprio territorio. L’esonero dal pagamento dell‘Imu, tra l‘altro, scongiura il rischio che si verifichi un‘ondata di messa in vendita degli immobili. Con evidenti danni per l‘intera economia della zona. Anche altri Comuni stanno adottando delibere analoghe, ad esempio Mirabella Imbaccari, in provincia di Catania o San Fele, in Basilicata. Anche in Molise bisognerebbe avere più coraggio in tal senso”.
C’è sempre il problema di bilanci non floridi, per cui rinunciare ad una tassa è visto come un controsenso da parte di molte amministrazioni, specie nel piccolo Molise. Non sarebbe utile, allora, che il governo ripristinasse l’esenzione dell‘Imu, almeno per i pensionati italiani residenti all’estero? “Certamente sì, facendosene carico a livello nazionale, senza che siano i singoli Comuni a pagarne il prezzo – sottolinea la Garavini. “Con l‘ultima legge di Bilancio, infatti, onde evitare una misura di infrazione da parte dell‘Europa purtroppo è stata abolita quella esenzione dall‘Imu che avevamo introdotto col governo Renzi a partire dal 2015. Al fine di ripristinarla ho proposto al ministero dell’Economia e delle Finanze una formulazione che ci permetterebbe di evitare eventuali multe da parte dell’Europa. Su questo aspetto siamo in attesa di un riscontro da parte delle autorità europee competenti in materia. E, se la proposta sarà accolta, l’obiettivo è di reinserire l’esonero nel primo provvedimento utile in Parlamento”.