La riflessione/ Il bullismo non va in vacanza 

Organizzato nel chiostro di San Francesco, il convegno promossa da Corecom Molise, psicologi, istituto scolastico, politica. I problemi spesso nascono da un’educazione familiare carente e anche da un non dialogo tra genitori, insegnanti e figli. Una tematica urgente che chiama tutti in causa, si ascrive come atto di sopraffazione, con momenti di comportamenti dì sopraffazione a scuola soprattutto nei luoghi comuni, corridoio, mensa, bagni.

Il bullo è un ragazzino che ha appreso educazione violenta o ha subito su di sé violenza in famiglia. Di conseguenza si sviluppa isolamento, paura o rabbia, da parte dei ragazzi di differenziano i comportamenti, da chi opprime a chi si aggrega nell’aggressività, a chi fa da spettatore a chi si schiera a favore del ragazzo bullizzato.

La figura del genitore è quella di scavare, ascoltare, comprendere e proteggere. Una volta subentrava lo sfottò, la derisione, la presa in giro poi è subentrato il termine ” bullismo” come sul lavoro si usa il termine mobbing e non più discriminazione.

L’ indicazione per tutti è quella di parlarne a casa, al parroco, a scuola, venire fuori dall’ isolamento, per contrastare ma soprattutto prevenire il bullismo. C’è necessità di fare rete tra , psicologi, insegnanti, forze dell’ordine, autorità militari e politiche, tenendo conto delle linee guida emanate in materia.

I fenomeni più numerosi avvengono tra i bambini tra gli undici e i quattordici anni. La cornice del chiostro di San Francesco in Agnone, pieno di persone attente all’ argomento, ha destato attenzione tra i presenti, tra cui diversi bambini.

Alfredo Magnifico 

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