“Quando la coltura diventa cultura: cereali e legumi tra tradizione e innovazione”: questo il progetto di ricerca che l’Its D.E.Mo.S. (Decollo Economico Molise Sviluppo) presenterà ad Expo 2015 e di cui ieri è stata data un’anticipazione durante la conferenza stampa al Miur di Roma. Alla presenza del sottosegretario di Stato, Gabriele Toccafondi, e dei rappresentanti delle Fondazioni Its in ambito agro-alimentare, il presidente di D.E.Mo.S, Rossella Ferro, ha presentato il Molise come la regione italiana, in assoluto, con la più alta percentuale di aziende agricole (dati 2014 divulgati da Unioncamere Molise) con il 29.1% rispetto al 12.5% della media nazionale. <Abbiamo inoltre 640 aziende alimentari – ha detto la dott.ssa Ferro – Il Molise, in tal modo, risulta essere la seconda regione d’Italia con l’1.8% di imprese di settore rispetto al totale, contro l’1.1% della media nazionale>. Il presidente ha poi proseguito facendo un focus su cereali e legumi, alla base della dieta mediterranea. <Il riconoscimento della dieta mediterranea come patrimonio immateriale dell’Unesco – ha affermato – rappresenta una grande opportunità per la valorizzazione delle agrobiodiversità autoctone e delle identità territoriali>. Le azioni di recupero, conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche vegetali autoctone rappresentano uno dei più importanti impegni assunti dall’Italia per le enormi potenzialità di utilizzo nei diversi settori commerciali e per la promozione dei territori. <In questo contesto – ha proseguito Rossella Ferro – si inseriscono le banche germoplasma che svolgono da anni attività di recupero e conservazione del germoplasma delle colture autoctone e delle specie spontanee di interesse agro-alimentare. In particolare è stato possibile recuperare il ‘fagiolo ciliegino’ di Vastogirardi e di inserire il piatto tipico ‘cazzariéglie e fasciuòle’ nel patrimonio gastronomico italiano. E’ stata anche l’occasione per confermare l’origine della lenticchia di Capracotta e Conca Casale verificandone le differenze genetiche rispetto alle varietà commerciali ed evidenziandone grande resistenza a fattori ambientali di stress e soprattutto tumorali>. Il piatto tipico della tradizione gastronomica molisana che vede accostati cereali e legumi, quindi, è alla base della dieta mediterranea: riduce il rischio di mortalità totale, il rischio cardio-vascolare e tumorale di circa il 10% e l’insorgenza di malattie croniche. <Legumi e cereali – ha concluso il presidente – contribuiscono in modo determinante all’effetto benefico globale della dieta>. I dati del progetto Moli-Sani indicano, del resto, che malattia coronarica e ictus cerebrale sono prevenuti da un’attenta osservanza della dieta mediterranea con un contributo di legumi del 12.3% e di cereali del 12.2%.
Michaela Marcaccio