Non si può non tener conto, nell’ottica di una visione di insieme dello scenario, di quanto sta accedendo all’interno della maggioranza di Palazzo Moffa.
Non si tratta più di classiche prospettive e interpretazioni diverse.
Si tratta di toni infuocati, soprattutto in un momento che già di suo è abbastanza caldo.
Senza scendere troppo nei particolari, si è partiti con la guerra tutta interna all’Udeur tra Vincenzo Niro e Nunzia Lattanzio che non vede soluzione semplice ed immediata.
La consigliera continua, ogni giorno, attraverso interviste, social network ed interventi istituzionali a lanciare bordate al Presidente del Consiglio Regionale che ormai neanche più le risponde.
Comunque, questa situazione, se non risolta, non porterà a nulla di buono considerato che la Lattanzio si sente libera di proseguire in questa linea autonoma. Anzi, più la maggioranza la isola, come sta accadendo da qualche settimana, più lei va giù duro. E se prima il suo bersaglio preferito era Niro, non è detto che nel mirino non possa entrare anche Governo, Governatore e maggioranza tutta.
Di fatto, ciò che il centro destra non ha mai fatto, cioè l’opposizione, potrebbe farla la Lattanzio assieme ai grillini Federico e Manzo.
Proseguendo nelle “faide”, troviamo quella crescente all’avvicinarsi delle primarie Pd iniziata con gli endorsement a favore del candidato Frattura da parte di Antonio di Pietro e Salvatore Ciocca, divenuti renziani, proseguita con il niet di Antonio Battista alla possibilità per i leader di altri partiti nel poter votare alle primarie e conclusa con la replica dello stesso Di Pietro che reclama il diritto al voto, non avendo cariche di partito, se non onorarie.
Altra grana che mina la sterenità della maggioranza al cui interno si consolidano blocchi contrapposti, che seguono un po’ quelli che portarono alla elezione di Niro alla Presidenza del Consiglio.
Da un lato Frattura, Facciolla, con Idv e qualche altro membro, dall’altra il blocco forte Pd in Giunta e in Consiglio, oltre che sul territorio.
Ma la partita, stavolta, potrebbe dire bene a Frattura che, sulla scia renziana che sembra essere positiva, darebbe una pista a Ruta e company in questa circostanza.
Se ci saranno conseguenze, comunque, le si vedranno già dalla prossima settimana, ossia quando cambierà il vertice nazionale del Pd e si aprirà anche la sfida al rinnovo del segretariato regionale.
Ultimo “scazzo”, ma non per importanza quello invece tra Vincenzo Cotugno e Danilo Leva.
Il primo, sulla scorta di un riconoscimento mai arrivato nei suoi confronti e in quelli del suo Partito, forte di 15.000 preferenze alle ultime regionali, ha cominciato a cantarle al Pd locale, visto da lui come ostacolo sia alla sua nomina a Presidente del Consiglio Regionale che ad Assessore.
Ed allora, dopo rinvii continui, discussioni mai aperte, questione statuto sempre più occulta, il politico venafrano ha ben pensato di tirare un sasso ai vetri del Pd, accusandolo sarcasticamente di rappresentare un gran costo per i molisani, se si va a vedere quanti esponenti tra Giunta, Consiglio ed Enti sub-regionali vanta quel partito da qualche mese ad oggi.
Tanto bene il Segretario Regionale Leva non l’ha presa, tanto che tra un dibattito tv e l’altro, ha trovato il tempo di pensare al Molise e tirare un sasso ancora più grande al mittente, accusando addirittura egli e la sua famiglia di costare ai molisani più soldi alla collettività e da più tempo.
Insomma, poco savuarfer tra i due che da quello che poteva essere un confronto politico è divenuto un ring, senza esclusione di colpi.
Questa la situazione nella maggioranza di Governo che comunque attraversa un momento estremamente difficile per quanto riguarda i gravi problemi che attanagliano il Molise, con le questioni Gam, Ittierre, allagamenti e crisi varie a cui bisogna lavorare con concetrazione.
Sarebbe piacevole parlare anche dell’opposizione, ma ad oggi non ci pervengono informazioni sulla sua attività.