La lattoferrina, una proteina scoperta nel 1939 e di cui già si conoscono proprietà antibatteriche, antivirali, antinfiammatorie e immunomodulanti, potrebbe rappresentare un valido strumento da affiancare alle terapie tradizionali per il glioblastoma, uno dei tumori cerebrali a prognosi più infausta. Sono i risultati emersi da uno studio condotto nel Laboratorio di Neuropatologia Molecolare dell’Unità di Neuropatologia dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli. Il progetto è frutto dell’idea della dottoressa Antonella Arcella e del dottor Alessandro Frati.La ricerca, pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Neurosurgery, è stata condotta sia in vitro che su modelli animali e rappresenta una nuova speranza per la cura dei tumori: l’utilizzo di sostanze naturali come supporto alle terapie antitumorali già esistenti.
“Gli esperimenti – spiega la dottoressa Antonella Arcella, responsabile del lavoro scientifico – sono stati condotti inizialmente su colture cellulari di glioblastoma. La crescita delle cellule tumorali esposte alla lattoferrina veniva effettivamente inibita dalla sostanza naturale in seguito al blocco del ciclo cellulare”.
Questi dati sono stati successivamente rafforzati dagli esperimenti condotti su modelli animali. “Nei modelli animali, topi immunodeficienti in cui sono state iniettate cellule di glioblastoma umano – spiega la ricercatrice – la somministrazione orale di lattoferrina ha causato una inibizione della crescita tumorale. La risonanza magnetica, inoltre, ha mostrato che non solo si riduce il tumore, ma anche l’edema circostante, cosa che, tra l’altro, potrebbe rivelarsi molto utile nel migliorare gli interventi di neurochirurgia rivolti all’asportazione radicale. Il risultato più interessante è stato ottenuto abbinando la lattoferrina al chemioterapico più usato per la cura dei glioblastomi: la temozolomide. L’azione del farmaco è risultata potenziata dalla lattoferrina, sia nelle colture cellulari che nei modelli animali. Negli animali trattati con la lattoferrina e Temodal si è infatti verificato un significativo aumento di sopravvivenza”.
Naturalmente saranno necessari studi traslazionali per poter utilizzare la sostanza nei pazienti oncologici. Ma questa ricerca apre nuovi orizzonti terapeutici: sfruttare le sostanze naturali contro questo tipo di patologie. La nutraceutica applicata ai tumori cerebrali rappresenterà un nuovo filione di ricerca in cui l’I.R.C.C.S. Neuromed intende impegnarsi a fondo nel prossimo futuro.