Antonio Federico ha spiegato: “Ad inizio seduta di Consiglio sono fioccate pregiudiziali sulle procedure da seguire e sul testo di legge, la cui discussione è stata rinviata a martedì prossimo su richiesta del Presidente della Giunta. Abbiamo lasciato agli atti della seduta, depositando anche nota formale presso l’Ufficio di Presidenza, una pregiudiziale. Restano intatti i nostri dubbi sulla sostenibilità economica di Egam e sugli obblighi previsti per i Comuni. Affermare che l’acqua è pubblica significa anche mettere in condizione i Comuni di essere protagonisti di questo momento, sia in termini culturali che formali, e non soggetti deboli che subiscono riforme calate dall’alto”.
Per Patrizia Manzo, “ci sono ancora numerosi dubbi da sciogliere sulla riforma ma, al di là dei tecnicismi che porrebbero i Comuni in difficoltà rispetto a quanto richiamato dal testo unico degli enti locali, bisogna ancora far rispettare i principi del referendum del 2011 sull’acqua pubblica, una battaglia che deve andare oltre lo slogan e deve coinvolgere una forza politica e sociale che, con passione e determinazione, garantisca la gestione pubblica di un bene che rappresenta un diritto inalienabile. L’acqua non può essere proprietà di nessuno, ma deve essere un bene condiviso equamente da tutti e chesolo il pubblico può garantire”.