La Generazione Z cambia lavoro spesso e non si  fidelizza

Tanti esperti hanno sfornato analisi sulla generazione Z molte di queste analisi hanno rivelato che, la Generazione Z è la più insoddisfatta riguardo alla propria vita lavorativa.

La Generazione Z, giovani nati tra il 1996 e il 2012, sta entrando nel mondo del lavoro con un approccio sorprendente per chi è abituato a un panorama professionale tradizionale, non solo non teme il cambiamento ma il loro comportamento più comune è quello di passare da un lavoro all’altro, senza troppe esitazioni, per cui, molte imprese si trovano a dover fare i conti con una realtà che fatica a conciliare la loro visione tradizionale di carriera con le aspettative di questi giovani.

Per le generazioni precedenti la fedeltà al posto di lavoro era un valore importante, per la Generazione Z, questo legame, non sembra essere altrettanto radicato, quando non si sentono stimolati o apprezzati, sono pronti a cercare nuove opportunità, non si parla solo di salari più alti, ma di un ambiente che favorisca la crescita personale e professionale.

La voglia di cambiare non è dettata da insoddisfazione, ma dalla ricerca di un posto che permetta loro di esprimersi al meglio, di crescere più rapidamente e di lavorare in un team che rispecchi i propri valori.

Il senso di insoddisfazione è il risultato di un mancato allineamento tra le aspettative dei giovani e le realtà aziendali, l’assenza di un ambiente stimolante e la scarsa possibilità di carriera sono tra le principali cause che spingono questi giovani ad abbandonare il posto di lavoro e cercare nuove alternative.

In un mondo sempre più dinamico, dove il cambiamento è la norma, molti giovani della Generazione Z vedono il cambiamento come una possibilità di crescita, non come un rischio, nonostante questa visione positiva del cambiamento, molte aziende sembrano fissate su un modello lavorativo che premia la stabilità e la longevità.

Questi giovani di oggi, che cambiano lavoro più frequentemente rispetto alle generazioni precedenti, non deve essere visto come una carenza di impegno, piuttosto, deve essere interpretato come un segnale di ricerca di maggiore soddisfazione e di un desiderio di evoluzione continua.

La Generazione Z cerca un impiego dove poter imparare, crescere, e sentirsi parte di un team che condivide valori simili, per essi la soddisfazione sul posto di lavoro non si misura solo con la busta paga, ma con l’opportunità di apprendere, di fare la differenza e di essere apprezzati.

Le aziende che desiderano trattenere i talenti della Generazione Z, devono fare uno sforzo per creare ambienti di lavoro più inclusivi, stimolanti e dinamici, e offrire buone opportunità professionali, ma anche garantire che siano ascoltati e valorizzati,  anche un semplice riconoscimento per il lavoro svolto, anche solo la possibilità di partecipare a progetti stimolanti può fare una grande differenza nella loro soddisfazione complessiva.

In un mondo del lavoro che cambia rapidamente, è fondamentale saper leggere e rispondere alle nuove esigenze dei giovani talenti, per non rischiare di perderli lungo il cammino ed anche se il comportamento della Generazione Z può sembrare un rompicapo per molte aziende, può essere un’opportunità per ripensare e innovare il modo in cui si gestiscono le risorse umane.

Alfredo Magnifico

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