Sarà il Tribunale di Isernia a stabilire se le proposte imprenditoriali pervenute per rilanciare l’ITTIERRE andranno accolte o meno. In tutti i casi, qualunque sarà la decisione dei Magistrati, per i lavoratori scatterà il diritto ad accedere alla Cassa Integrazione Straordinaria per 12 mesi, eventualmente prorogabili se ne ricorreranno le condizioni tecniche, e al termine di tale periodo scatterà la copertura della mobilità retribuita in applicazione della legge n.223/91 per altri due anni per chi è al di sotto dei 40 anni d’età, tre per la fascia compresa tra 40 e 50 anni, quattro per gli over 50. La conquista di queste tutele da parte delle rappresentanze sindacali non è un elemento da ritenere secondario e neppure scontato, viste le criticità procedurali e le complessità di una vertenza nata sotto una cattiva stella per errori gestionali, finanziari, istituzionali e ministeriali su cui è stato steso un velo omertoso.
Il compito dell’Assessorato al Lavoro è quello di cooperare con l’Unità di Crisi insediata presso il Ministero dello Sviluppo Economico per sostenere progetti industriali finalizzati a utilizzare gli impianti dell’ITTIERRE attraverso il reimpiego dei lavoratori. Questa funzione non potrà e non dovrà venire meno in nessun caso, interloquendo sia con gli Organi della Procedura e sia con la Curatela, perché l’obiettivo delle forze sociali e delle istituzioni è il reimpiego del personale e la salvaguardia di un patrimonio di competenze professionali più unico che raro nel panorama industriale nazionale. La presentazione di più offerte imprenditoriali confermano l’interesse degli operatori economici a scommettere sul rilancio della filiera tessile molisana, e la pluralità di più iniziative produttive dovrà essere incentivata con lo strumento del Contratto di Sviluppo da sottoscrivere col Governo dopo il riconoscimento dell’Area di Crisi nel Distretto Bojano-Isernia-Venafro. La visione di una prospettiva di ripresa economica di un territorio in cui insistono mille addetti ex-ITTIERRE, o meglio ex-IT Holding, a cui vanno aggiunti altri e mille dell’indotto del tessile, rientra nei doveri delle istituzioni locali e regionali, che hanno l’obbligo di individuare con umiltà una politica industriale concreta che non sia assistita e che sappia sbaragliare la concorrenza sui mercati nazionali ed esteri.
Michele Petraroia