La diocesi di Campobasso – Bojano aderisce all’iniziativa “24 ore per il Signore”

In questo anno particolare della Misericordia anche   la diocesi di Campobasso – Bojano   aderisce – come per gli anni precedenti –  all’iniziativa “24 ore per il Signore” lanciata nel 2014 dal Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione come occasione di riconciliazione.  Dedicata al sacramento della riconciliazione in cui sono previste aperture straordinarie delle chiese per consentire a quanti lo desiderano di accostarsi alla Confessione e all’Adorazione Eucaristica, l’iniziativa “24 ore per il Signore” consiste in un’intera giornata di Confessione e Adorazione. Promossa dall’ufficio liturgico diocesano l’iniziativa diocesana si svolge in due giornate: venerdì 4 e sabato 5 marzo 2016.
Nella prima giornata, venerdì 4 marzo, presso la Chiesa di San Paolo in via Tiberio a Campobasso, ci sarà una Celebrazione Eucaristica presieduta dall’arcivescovo S.E. mons. GianCarlo Bregantini e concelebrata dai presbiteri della forania di Campobasso alla quale seguirà   alle 20,30 e per tutta la notte, l’Adorazione Eucaristica- animata dalle consacrate, dai seminaristi e dai laici – e le confessioni individuali.
Nella seconda giornata, sabato 5 marzo a partire dalle ore 9,00 le parrocchie di Campobasso, a turno, svolgeranno le confessioni e le Adorazioni fino alle ore 17,30.
L’iniziativa “24 ore per il Signore” si concluderà sabato 5 marzo  alle ore 18,30 con la Santa Messa Presieduta dall’arcivescovo Bregantini presso la Chiesa di San Paolo a Campobasso.
L’iniziativa “24 ore per il Signore”, da celebrarsi nel venerdì e sabato che precedono la IV domenica di Quaresima, è da incrementare nelle Diocesi. Tante persone si stanno riavvicinando al sacramento della Riconciliazione e tra questi molti giovani, che in tale esperienza ritrovano spesso il cammino per ritornare al Signore, per vivere un momento di intensa preghiera e riscoprire il senso della propria vita. Poniamo di nuovo al centro con convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia. Sarà per ogni penitente fonte di vera pace interiore. Ogni confessore dovrà accogliere i fedeli come il padre nella parabola del figlio prodigo: un padre che corre incontro al figlio nonostante avesse dissipato i suoi beni. I confessori sono chiamati a stringere a sé quel figlio pentito che ritorna a casa e ad esprimere la gioia per averlo ritrovato.  (Papa Francesco, MV, n.17

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