“Il futuro del mezzogiorno è oggi” è il titolo dello streaming organizzato ieri dalla Cgil e da “Collettiva” e che ha visto la partecipazione della Ministra del Sud Mara Carfagna.
Prendendo spunto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) inviato di recente a Bruxelles dal Governo italiano, si è aperto un interessante dibattito sulle profonde differenze esistenti tra il nord e il sud del paese. Un divario storico ampliatosi sensibilmente dopo la crisi dello scorso decennio e allargatosi in maniera drammatica a seguito dell’emergenza pandemica. Secondo la Svimez infatti, “il Covid ha approfondito le distanze tra le “due Italie”. I posti di lavoro persi nel 2020 nel meridione si stima siano oltre quattro volte quelli registrati al settentrione. Oggi il divario di occupazione tra Nord e Sud è del 15%. Nel primo semestre del 2020, a causa della pandemia, l’occupazione giovanile di chi abita nella parte bassa dello stivale si è ulteriormente ridotta del 12%. Un giovane su tre di quelli che hanno smesso di studiare e non lavorano si trova al meridione. L’occupazione femminile è scesa sotto quota 40%. Tra marzo e maggio dello scorso anno i posti di lavoro al femminile persi sono il doppio di quelli conquistati dalle donne negli undici anni precedenti: 171 mila contro 89mila”.
In ragione di queste premesse, non c’è da meravigliarsi che il 40% del PNRR sia stato dedicato proprio al Mezzogiorno.
Tuttavia e anche al fine di evitare gli errori del passato, è fondamentale che questa pioggia di risorse europee che costituisce una opportunità davvero irripetibile, risponda alle esigenze e ad un disegno ben preciso del paese.
ROMA – PESCARA E TERMOLI – LESINA: LE SOLLECITAZIONI DELLA CGIL – E proprio di questi aspetti si è discusso nel confronto conclusosi con gli interventi del segretario generale della Cgil Maurizio Landini e della ministra per il Sud e la coesione Mara Carfagna e arricchito dai contributi di alcuni segretari nazionali di categoria della Cgil tra i quali quello della Filt Stefano Malorgio il quale, soffermandosi sui temi dei trasporti, delle infrastrutture e della mobilità, ha avuto modo di rimarcare alcune criticità ed incongruenze del PNRR rispetto agli interventi infrastrutturali ferroviari previsti per il mezzogiorno e che riguardano da vicino anche le regioni Abruzzo e Molise. Rivolgendosi alla Ministra Carfagna, il Segretario Nazionale della Filt ha peraltro citato espressamente sia la Roma – Pescara cha la Termoli – Lesina.
Sulla connessione diagonale Roma – Pescara, Malorgio ha invitato il Ministro a verificare l’entità e la congruità delle risorse previste dal Piano (appena 620 milioni) e che al momento non sarebbero sufficienti a garantire quegli adeguamenti infrastrutturali necessari a ridurre di circa 80 minuti gli attuali tempi di percorrenza tra la città adriatica e la capitale.
Analogamente il Segretario Nazionale della Filt ha altresì sollecitato la ministra Carfagna ad attenzionare la velocizzazione della tratta ferroviaria adriatica e l’eliminazione dei cosiddetti “colli di bottiglia”. Chiaro il riferimento al raddoppio dei binari sulla Termoli – Lesina il cui intervento non è espressamente contemplato dal PNRR.
LA MINISTRA CARFAGNA: «APERTA AL CONFRONTO. SUSSISTONO ALTRE LINEE DI FINANZIAMENTO» – Nella replica, la Ministra Carfagna oltre a rendersi disponibile a confrontarsi con le parti sociali per approfondire le criticità e i dubbi sollevati, ha tenuto a rimarcare che il PNRR oltre ai finanziamenti europei prevede anche una linea di finanziamento nazionale (il cosiddetto fondo complementare) e in più, ci sarebbero da considerare gli ulteriori fondi strutturali europei utilizzabili dal nostro paese. Staremo a vedere.