Il 3 ottobre 2014 il MIUR ha emanato una circolare, indirizzata agli uffici scolastici regionali e alle organizzazioni sindacali del comparto scuola avente per oggetto: “campagna di ascolto, consultazione e settimana de ‘La buona scuola’ con preghiera di adottare ogni iniziativa utile a garantire la massima diffusione presso gli ambiti territoriali, le istituzioni scolastiche statali, le scuole paritarie, il personale della scuola (Dirigente Scolastico, docenti, ATA), gli organismi collegiali, le rappresentanze studentesche, gli studenti e le loro famiglie al fine di consentire la più ampia partecipazione all’iniziativa”.Senza entrare nel merito delle linee guida pubblicate dal governo come documento base per lanciare la consultazione, l’iniziativa rende giustizia all’idea di aprire la scuola pubblica al “dibattito con il mondo che la circonda”, di far conoscere la scuola al paese, oltre quell’immagine ormai negativa che aleggia sulla scuola pubblica e sui suoi operatori e di far si che, a sua volta, un paese informato, partecipi con consapevolezza a un progetto comune di rilancio dell’istruzione e, con essa, di rilancio del paese.Dichiarazioni e intenti ambiziosi, eppure tentativo ammirevole dato lo stallo della scuola pubblica, ormai bersaglio di anni di tagli indiscriminati e ‘riforme permanenti’ che hanno sapientemente nascosto questi tagli dietro il paradossale proposito di razionalizzare le risorse per rendere il settore più efficiente e produttivo, invertendo causa ed effetto. E’ dunque il momento di far sentire prepotentemente la propria voce dopo aver subito per anni finte riforme calate dall’alto. Ovviamente, partecipare alla consultazione richiede un momento preliminare di informazione riflessione ed elaborazione, che non può limitarsi alla lettura delle 136 pagine delle linee guida. Il documento va esplorato, alcune proposte vanno comprese in dettaglio e contestualizzate, e il contesto non può che essere quello della legislazione scolastica degli ultimi dieci anni, quel pacchetto di norme e leggi finanziarie che hanno portato la scuola al punto in cui si trova ora. Questo perché oggetto della “buona scuola” non è soltanto il ‘cosa si impara a scuola’, non è l’ennesima superficiale e male intenzionata revisione di programmi e curricola, ma l’intera organizzazione del sistema istruzione e dei suoi finanziamenti.
L’ANIEF, associazione professionale, sindacale ed ente di formazione propone ormai da tre anni alle istituzioni scolastiche giornate seminariali gratuite sulla legislazione scolastica nella normativa recente.Quest’anno, in occasione della pubblicazione e della promozione delle linee guida su “La
buona scuola”, l’associazione ha studiato ed analizzato il documento al fine di integrarlo in questi seminari e partecipare, in tal modo, all’invito fatto dal MIUR anche alle OOSS a farsi carico dell’informazione e della diffusione dell’iniziativa per allargare la partecipazione al dibattito. Ci lasciano, dunque, perplessi l’inerzia di molte istituzioni scolastiche nella nostra regione, le difficoltà incontrate nella promozione di un’offerta formativa che è stata auspicata e diffusa dalla circolare MIUR e che rimane, per il momento, unica e gratuita. A fronte del consueto e ormai improduttivo rito delle assemblee sindacali.Ma ancora maggiore perplessità e preoccupazione ci desta la chiusura di molte scuole molisane, la difficoltà di interloquire con istituzioni pubbliche, che si traduce nella mancata risposta a richieste e proposte inviate alle mail istituzionali, difficoltà ad incontrare alcuni dirigenti scolastici, complessità e tempi eccessivi negli iter di diffusione di iniziative che raramente riescono ad arrivare al personale in tempi utili, ma che spesso restano nei PC delle segreterie scolastiche o sulla scrivania del Dirigente per la firma ed il protocollo. Anche per lasciare in sala docenti o alla reception il volantino di un’iniziativa promossa da un’associazione professionale e sindacale è richiesto talvolta l’iter del protocollo. Non per tutte le associazioni, ovviamente.Chissà cosa risulterà da quella parte della consultazione che riguarda il punto 7, lo “sblocca scuola”, la proposta di cancellare come per magia le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola ?
Una scuola dove, ancora oggi, per avere ‘udienza’ bisogna recarsi di persona e chiedere appuntamento perché la scuola non risponde alla posta elettronica. Altro che dematerializzazione. Il tutto mentre la nostra Regione, messa a dura prova da un piano di dimensionamento più volte rivisto se non stravolto da interventi e sentenze dei vari tribunali, ancora oggi non copre l’intera pianta organica nonostante l’anno scolastico sia già iniziato da oltre un mese.Su questa giostra di nomine, revoche, assegnazioni e trasferimenti del personale, trovano un posto certamente scomodo docenti e personale ATA, spesso utilizzati in spregio al contratto e nel silenzio delle RSU che fanno riferimento a Organizzazioni Sindacali la cui “rappresentatività” poco ha giovato finora alle legittime e sistematicamente deluse aspettative del personale della scuola. In più di un’Istituzione scolastica del Molise, tra l’altro, ancora non vengono regolarizzati i contratti dei dipendenti, i quali prestano la loro opera senza tutela e senza copertura economica. Una “buona scuola” dunque solo su carta, fatta di proclami, di intenzioni e di assemblee sindacali, ma scevra di concretezza e soprattutto del rispetto dei diritti dei lavoratori del comparto.
Direttivo Regionale Anief Molise