Via libero definitivo dalla Camera, a maggioranza, alla conversione del decreto del governo Letta, nel testo già approvato dal Senato. Sì definitivo al decreto legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 312 sì, 141 no e 5 astenuti. La nuova legge abolisce il finanziamento pubblico diretto e indiretto ai partiti e lo sostituisce con agevolazioni fiscali per la contribuzione volontaria dei cittadini attraverso detrazioni per le erogazioni liberali e destinazione volontaria del 2 per mille Irpef. Ma sono nate subito le polemiche : «Bugia numero 1 di Renzi»: è il cartello che tutti i deputati di M5S hanno esposto dopo che la presidente Laura Boldrini ha annunciato l’approvazione definitiva.
Il partito di Beppe Grillo chiedeva l’abolizione immediata di tutte le forme di finanziamento ai partiti (che invece restano fino al 2017), tetto massimo per le erogazioni liberali a 30 mila euro (ora invece sono oltre i 110), cassa integrazione per dipendenti di partito limitata al biennio 2014-2015 e non a vita (come è ora) e nessuna agevolazione di tariffa postale per chiedere il 2 per mille ai cittadini (il costo stimato, solo per il 2014, è di 9 milioni di euro).