Se parte il valzer, San Amanzio che fa? Si deve, ovviamente, distinguere nella sua verace singolarità; ed ecco che lo trovi a ballare il tango. Santo sui generis, festa particolarissima! Dal 2002, dopo circa 50 anni, a Jelsi sono ritornati i festeggiamenti in onore di S. Amanzio Martire grazie all’impegno di un manipolo di giovani, a seguito del ritrovamento in una cripta della Chiesa Madre della Reliquia del Santo Martire. Erasmo da Rotterdam diceva che “le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia”. Ebbene si, proprio da una lucida e visionaria follia nasce la spinta propulsiva della festa. Un’associazione con più di un briciolo di follia, un’idea con una scheggia, bella grossa, di follia e una comitiva con un sacco pieno pieno di follia sono le caratteristiche che hanno contraddistinto, negli anni, una festa che ha fatto dell’originalità il suo cavallo di battaglia. Sarà la via Micaelica, sarà l’attrazione delle colline del Fortore, sarà il buon clima, saranno i buoni odori, saranno i buoni amici, sarà la sete… fatto sta che più passano gli anni e più diventa interessante l’ultima settimana di giugno nel nostro ridente borgo! Anche per il 2024, come da copione, ci saranno novità: quest’anno sotto forma di un “ritorno”, una prima volta anche questa! Mai infatti un gruppo musicale si era reso protagonista di un secondo round: tocca ai magici Nobraino sfatare questo mito. Ma le prime volte continueranno, come per l’esordio di una nuova, strepitosa birra alla spina, in fusti grandi, anzi giganti da 1300 litri l’uno.
Sottratta all’influenza del modernismo, la festa di San Amanzio è una commistione di tradizione, folklore, allegria e gradevoli stranezze, che a volte lasciano di stucco ed in tanti arrivano per festeggiare in un ambiente ilare e goliardico che solo una sagra paesana può donare. Si parte giovedì 27 giugno, con un’altra prima volta: alle 20.00 sul palco di Via Andrea Valiante saliranno i giovanissimi partecipanti alla XV edizione della Borsa di Studio in onore di Giuseppe Santella. Verranno infatti premiati i loro lavori di ricerca e interpretazione sul tema del “Matrimonio al tempo dei nostri nonni”.
Il venerdì 28 si prosegue con ottimo vitello e birra fresca, ma soprattutto bella musica. Dalle 21:00 infatti, il concerto dei Miwa e i suoi componenti, evento che rievocherà le più belle sigle e canzoni che tra gli anni 70 e 2000 hanno animato i pomeriggi dei ragazzi che eravamo e che qualcuno ancora sente di essere.
Sabato 29 invece ci sarà la Messa e la Processione in onore di San Amanzio ad anticipare la serata musicale e culinaria, con uno dei piatti più interessanti della tradizione locale, un’occasione esemplare per riscoprire le antiche origini gastronomiche contadine, la Pizza Vonta e Paparoglië, portata che già a scriverla provoca godimento al palato e innalzamento dei valori lipidemici, e quella della Birra Pedavena, italianissima quanto freschissima, in fusti (“Tank”) da 1300 Litri, che diletterà i numerosi visitatori.
Evento clou sarà la sera di sabato con l’esibizione dei NOBRAINO appunto, una band “indie” italiana formatasi nel 2001 a Riccione. La leggenda vuole che il gruppo sia sorto dalla fusione di due formazioni, i “No” ed i “Braino”, e a noi piace assecondare la loro follia visionaria riportando questa discutibile fonte. Nel loro sound eterogeneo si mescolano suggestioni balcaniche, ballate popolari, swing, blues, tradizione pop e rock. Insomma chi vuole divertirsi, ballare e cantare è servito! La serata musicale però non si fermerà: anche i Diamarte, formazione locale, intratterranno gli spettatori e scalderanno la serata.
Vi aspettiamo numerosi. D’altronde il motto recita chiaro: chi c’è stato sa di dover tornare; chi non c’è mai stato può chiedere in giro, chi non ci sarà …
Nicola Maiorano
Presidente Associazione Culturale “Centro Studi di Storia, Cultura, Tradizioni e Territorio San Amanzio”