Izzo: quello che non si vuole dire sulla Sanità: consiglio regionale, politica e media

Parole, comunicati, proclami, resoconti, immagini, più o meno attendibili, più o meno complete, sulla manifestazione di protesta davanti al consiglio regionale, ne troviamo ovunque, dai giornale passando per la TV non prima di aver dato un’occhiata al web. Se è detto di tutto e di più, eppure, qualche aspetto nient’affatto secondario non è stato riportato, qualche volta per impossibilità, altre per cattiva voglia o predisposizione. Prima della seduta del consiglio praticamente monotematico di discussione del piano (o meglio, bozza, o meglio, sintesi di bozza!) del commissario governativo, nonché presidente della giunta regionale del Molise, Frattura, una delegazione di rappresentanti del Forum di Difesa della Sanità Pubblica è stata ricevuta dal presidente del consiglio regionale, Cotugno, solo ed esclusivamente per discutere i termini di una nostra eventuale partecipazione alla discussione in aula. Se di questa riunione mancano le cronache, molto dipende dal fatto che ai giornalisti presenti, a parte tre minuti concessi per le riprese del caso e di circostanza, non è stata data l’opportunità, assolutamente imprescindibile, di seguire la discussione, altro è dato dalla mancanza di cronaca dovuta anche alla scarsa volontà di recepire, attraverso canali non allineati (come per esempio chi scrive), passaggi significativi dell’incontro di cui trattasi. Sarà intanto bene sottolineare che chi scrive ha sempre sostenuto, e lo farà ancora con credo assoluto, che gli organi di informazione, che ti piacciano o meno, devono essere sempre presenti a tutti i momenti che caratterizzano i percorsi, tanto è dettato dalla democrazia, di diritto all’informazione, alla trasparenza, alla partecipazione, insomma, al senso stesso della cosa pubblica. Con tale premessa, appare evidente che in mancanza dei media al confronto, sono venuti meno spunti utili per la comprensione del dibattito e per le risultanze degli stessi. Parimenti dicasi per l’atteggiamento registrato da parte di alcuni componenti la maggioranza, ma anche dell’opposizione, relativamente a come si sono posti nei confronti dei rappresentanti dei comitati al tavolo. Il presidente Cotugno ha tenuto a precisare e ribadire quanto emerso dal suo comunicato diffuso qualche ora prima relativamente alla posizione di diniego rispetto alla nostra richiesta di confronto in aula, e cioè che la conferenza dei capigruppo riteneva di dover rigettare la nostra istanza in quanto il regolamento sullo svolgimento dei lavori in aula non consente interventi se non quelli dei consiglieri. Detta in questi termini (ed anche così è stata riportata dai media), sembrerebbe che non ci sia stato nessuno sgarro ai manifestanti ma se, poco poco, vengono ascoltate e riportate le parole dell’intervento di chi vi scrive, forse si riesce a capire anche altro. Durante i pochi minuti presi per chiarire il mio pensiero, ho avuto modo di attestare la legittimità di quanto riferito dal presidente ma che purtroppo mancavano almeno due forti considerazioni, una di natura tecnica, l’altra di natura politica, che potevano meglio motivare e supportare la richiesta. La prima partiva da un fattore incontrovertibile e cioè, che questo consiglio non si è mai dotato di uno straccio di regolamento attuativo perché, così facendo, ai reggenti le sorti dell’aula, faceva gioco muoversi in tale assenza normativa, lasciando molto all’improvvisazione ed all’interpretazione che di  volta in volta si presentavano, lasciando spazio alla soluzione di  comodo. Non sarà un caso che non si sia fatto riferimento ad un benché minimo parere della struttura tecnica! Infatti, come volevasi dimostrare, è stata una conferenza dei capi gruppo, ovvero un soggetto politico, a negarci tale opportunità! Sbagliando con la volontà di farlo! Non esiste in nessuna piega di un qualsivoglia scritto che neghi (perché non è possibile farlo) la possibilità di interventi in aula da parte di soggetti non consiglieri quando i lavori sono fermi o vengono sospesi o prima che questi comincino! Qui sta la piccola ma grande differenza! Questo è stato capito talmente bene dai presenti che, sentite le mie motivazioni, non hanno proferito parola, solo il presidente, chiaramente messo in difficoltà da una maggioranza non possibilista, ha dovuto correggere il tiro cambiando le motivazioni addotte in precedenza da “non possibile perché non previsto”, a non meglio identificate “ragioni di opportunità”! Quindi non abbiamo preso la parola per ragioni di opportunità! E questo si è capito benissimo quando, solo successivamente, dagli interventi dei consiglieri, è emerso con livore, tutta la rabbia contro i manifestanti espressa da alcuni di essi. Per dovere di cronaca bisogna dire che il solo Michele Iorio non trovava impossibile la nostra richiesta nel silenzio persino anche dei 5stelle! Ma certamente la violenza verbale (che nemmeno il pacato Cotugno è riuscito a contenere) del consigliere particolare del presidente Frattura, Parpiglia, ha fatto la differenza e ha fatto capire chiaramente quale fosse la preoccupazione di questa maggioranza rispetto ai manifestanti e rispetto alla voglia sfrenata di “privato”! Fregandosene altamente dei richiami al rispetto dei presenti, il consigliere particolarmente agitato, inveiva senza freni nei confronti di chiunque la pensasse diversamente dal presidente Frattura, lanciando strali che siamo riusciti a fronteggiare solo con pazienza e con una buona dose di scongiuri! Peggio di lui ha fatto solo (ma diciamo che sono stati impeccabili entrambi!) l’assessore Facciolla, spingendosi tanto oltre da togliere la parola persino a Cotugno farfugliando parole senza senso! Politicamente parlando. E non solo! Le ragioni di natura politica, invece, le ho tradotte in pochi concetti che in sintesi possono essere spiegati (del resto così come fatto nella circostanza) nella mancanza di reale diritto-dovere da parte del consiglio a potersi esprimere sulla sanità dei molisani, in quanto lo stato, approfittando di assenze ai tavoli da parte di Frattura, decise che i molisani non dovessero essere rappresentati dagli eletti, bensì da un commissario (assenteista e bugiardo, come ampiamente dimostrato) e che al massimo della concessione, potevano dare l’impressione all’esterno di argomentare in aula quanto deciso a monte, cioè la morte della sanità pubblica a favore del privato! Quindi una nostra presenza attiva in aula avrebbe ridato forza e dignità anche ai consiglieri, aspetto questo a loro non gradito in quanto, già da tempo, ne hanno fatto tranquillamente e colpevolmente a meno! E così tra violenze verbali, accuse e chiusure totali, ad una mia perentoria reiterata richiesta di sapere quale fosse la decisione finale, contravvenendo alla democrazia, ci è stato detto no! Così è andata, altro che leggi e regolamenti! E se qualcuno ha da obiettare, carte alla mano, lo facesse! Ci sarebbe poi da dire anche su quanto accaduto in aula, noto ai più, ma non sempre la chiave di lettura corrisponde alla realtà. Chiaro l’intervento di Iorio visto dalla sua ottica, non ha spostato di niente la sua linea ed ha confermato quanto fatto nel passato, non bocciando  definitivamente la proposta di Frattura ma chiedendone contestualmente una revisione in termini di occupazione. I 5 stelle con Federico, unici ad opporsi con i fatti, facendo proprio una proposta alternativa portata all’attenzione del consiglio da parte del Forum, ma troppo teneri con quanto fino ad oggi accaduto e troppo silenziosi nella riunione pre consiglio! Veemente l’intervento di Scarabeo, totalmente in disaccordo con il piano Frattura, evidente la sua rabbia nei confronti di chi non lo ha difeso in sua assenza, anzi ne ha decretato la fine di assessore per soddisfare altre brame, comunque apprezzabile per la sua difesa della sanità pubblica. Niro ha parlato a lungo, sembrava volesse spaccare il mondo ma poi alla fine stremato (e noi con lui!) ha dato il totale appoggio al “coraggioso” Frattura! Possiamo dire non registrabili gli altri interventi, banali, minimali, di circostanza, allineati, sfumatura più, sfumatura meno. Imbarazzanti tentativi della Lattanzio nel dare ad intendere che qualche passaggio del piano del suo magnifico presidente presentava qualche dubbio che in quella sede andava chiarito, aspetto regolarmente appagato anche perché concordato per fare entrambi bella figura! Tutto apposto! Resterebbero da commentare gli interventi di Parpiglia e quello di Di Pietro. Difficile capire da dove cominciare e se commentare se non fosse per il fatto che, all’aula non è stato permesso di applaudire o sottolineare passaggi irriverenti, pena l’allontanamento, mentre al Parpiglia è stata data la possibilità, senza condizioni, di offendere i presenti e, ancor peggio, l’intelligenza. Il buon Di Pietro, come prassi (e confermando che si può fare) non avendo opinioni politiche proprie, ha chiesto una interruzione dei lavori, non motivandola, ma concessa a prescindere, per acquisire indicazioni dall’etere! Presidente, presidente! E noi saremmo quelli che fanno perdere la faccia alle istituzioni?! Questo per dire dell’aula. Ma non finisce qui! Non meno interessante l’apparato e i movimenti fuori dell’aula! I manifestanti. Detto dei quattro cinque che si vedono sempre in giro a difendere la cosa pubblica, dall’ambiente al territorio, dalla giustizia alla corruzione, dalla salute alle istituzioni, insomma quelli che non ci stanno alle schifezze e che si muovono senza paracadute e sono visti a torto come perdenti a vita o contro a prescindere, si sono visti alcuni comitati, gli stessi che poi unitamente a quelli tematici sulla salute, stanno dando vita (per il momento travagliata) al Forum, qualche sparuto cittadino, diversi uomini in borghese e in divisa delle forze dell’ordine, alcuni addetti ai lavori del settore sanità, una sigla sindacale (la CGIL), un sacco di bandiere rosse e uno striscione di dieci metri  portato e attaccato dal sottoscritto e sparito senza tracce e senza possibilità di recuperarlo! E parecchi giornalisti. Comunque, il tutto visto nell’insieme, faceva un certo effetto! Purtroppo un certo effetto faceva e fa anche tutto quello che si cela dietro a questi strani movimenti in caduta libera. E così ci si è chiesto come mai mancassero le altre due organizzazioni sindacali confederali ed altre ancora, se la loro assenza fosse dovuta ad una scelta dettata da opinioni divergenti quella dei comitati o piuttosto semplicemente perché a qualcuno faceva gioco non coinvolgerli, e ci si è chiesto anche come mai, dopo aver dato una sterzata decisiva alle azioni di lotta (che ormai si fossilizzavano unicamente sull’organizzazione futura e fuori tempo massimo di una manifestazione di piazza) spostando l’attenzione e la protesta nell’immediato verso il consiglio regionale, al sottoscritto si è tentato persino di ostacolare la sua partecipazione alla eventuale discussione in aula ed alla riunione propedeutica! E ci si è chiesto anche come mai mancassero tanti medici e personale ospedaliero! E ci si è chiesto anche perché mancassero la quasi totalità dei sindaci, primi responsabili sui territori di competenza della sicurezza compresa quella della salute! E come mai alcuni addetti ai lavori siano più preoccupati di evitare confronti che della sanità stessa! In poche parole, tra le mura del consiglio e fuori del suo perimetro, la sensazione più che percepita, quasi di certezza, fosse che del problema della sanità propriamente detto importasse molto poco a tutti così come erano e sono presi ed impegnati sul fronte dei prossimi scenari politici ed elettorali! E qui basterebbe ritornare per un attimo alla pantomima del consiglio. Dell’interruzione chiesta da Di Pietro, solo poco dopo si sono capite le reali motivazioni, il tempo per concordare un rinvio della decisione finale di una trentina di giorni, il tempo necessario, ma anche ultimo, per dare al presidente Frattura l’opportunità (ma solo di facciata) per un nuovo tour sul territorio per meglio spiegare quella famosa sintesi di bozza dove per la verità c’è poco da capire e dove, immagino, ci sarebbero solo conferme nefaste nel caso in cui (ma ce lo possiamo scordare) venisse portato all’attenzione l’intero piano. Lo sbandierato e veicolato successo dell’intervento del sen. Ruta a mezzo stampa nel quale chiedeva di riconsiderare il tutto con più calma e con un reale confronto e che hanno fatto passare come accolto dal consiglio, altro non è che l’ennesimo giochetto ai danni dei cittadini per nascondere scontri nel partito, un Renzi che vacilla tra un referendum e le coppie di fatto e una minoranza che potrebbe riprendere quota, sempre dimenticando che queste scaramucce non hanno niente a che fare con la sanità pubblica e i cittadini! Del resto, cosa ci si può aspettare da gente che si vota i vitalizi nottetempo! Per dovere di cronaca, il rinvio è stato votato da tutti eccetto i 5 stelle. Chi scrive, unitamente ad alcuni fidati amici di altri comitati civici, a giorni terrà una conferenza stampa per illustrare alcuni fondamentali aspetti di tutta questa sporca vicenda e per gridare ancora una volta, a chi crede di poter giocare sulla pelle dei molisani, che a noi non interessano giochi di potere, inciuci, percorsi politici non rispettosi della trasparenza, arrampicate sociali, giochetti di bottega e bassa lega, partiti o sindacati che dir si voglia, ribadiremo che il nostro unico interesse è la cosa pubblica e con essa le persone, volgarmente dette la gente! E per non perderci in chiacchiere, già lunedì 1° febbraio, alle 17.30, saremo davanti al palazzo della provincia di Isernia dove si svolgerà un consiglio provinciale con i sindaci del territorio pentro e dove sarà “ospite d’onore” il faraone Frattura per abbindolare l’abbindolabile o per nuove campagne acquisto relativamente alla replica fotocopia del famigerato e fumosissimo piano (sintesi di bozza) della sanità!

Emilio Izzo

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