L’Università delle Generazioni di Agnone è da sempre impegnata a specializzare il territorio dell’Alto Molise in settori che, sulle basi delle caratteristiche demografiche e produttive già presenti, possano farlo diventare “capitale” di qualcosa di attraente per turisti e clienti italiani e stranieri. Tra le tante proposte progettuali finora avanzate, Domenico Lanciano, responsabile di tale associazione culturale, ci ha dichiarato di essere favorevole all’antica idea, rilanciata recentemente dall’assessore Daniele Saia, di realizzare utilmente un Istituto Agrario in queste montagne. Non solo, ma una simile struttura, in collaborazione con il locale Istituto alberghiero, potrebbe addirittura fare di Agnone (e dintorni, Domus Area di Bagnoli del Trigno compresa) la “capitale dei vegetariani e dei vegani” che già in Italia sono oltre 5 milioni, in Europa quasi cento milioni e nel mondo oltre un miliardo di persone. Una tendenza, questa, destinata a occupare una grande fetta di mercato anche per motivi di salute oltre che per vocazione etica. Interessata potrebbe essere l’intera rete ospedaliera non soltanto nazionale e, sperimentalmente, si può già provare con l’Ospedale di Agnone o altri ospedali molisani.
Nel progetto di Domenico Lanciano, quindi, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero dovrebbero essere il motore del nuovo progresso nutrizionale (specialmente vegetariano e vegano), pure in collaborazione delle macellerie e dei ristoranti i quali, accanto alla carne animale, potrebbero offrire alla ricca clientela anche la carne vegetale e tutti gli altri prodotti salutistici. Come si ricorderà i giornali molisani, a metà dello scorso mese di aprile 2015 hanno riportato la disponibilità del dottore Armando Sammartino di abbinare nella sua macelleria, sita sul corso di Agnone, la carne vegetale a quella animale e di iniziare, così, un concreto discorso di accoglienza di turisti e utenti vegetariani e vegani (in Molise ne sono già alcune migliaia, in aumento vertiginoso), utilizzando la vasta gamma di prodotti di quel “Muscolo di Grano” (www.muscolodigrano.com) che, proprio in aprile, era in procinto di andare all’Expo di Milano.
Adesso, il “Muscolo di Grano” della famiglia Marascio di Isca Marina (Catanzaro), che l’ha inventato, ha trionfato all’Expo 2015 ottenendo addirittura l’Oscar WeGreen ovvero il primo premio per la migliore innovazione in agricoltura. L’Università delle Generazioni aveva visto bene, già in aprile, segnalando pure da questo nostro giornale le potenzialità della specializzazione di un territorio sulle nuove tendenze nutrizionali. Infatti il “Muscolo di Grano” (già in vendita via internet e in alcuni supermercati) per le sue caratteristiche innovative e per le ottime prospettive economiche, è corteggiato dal governo cinese, dall’Expo 2020 di Dubai (che lo vorrebbe mettere al centro della propria strategia comunicativa e propositiva) e da varie multinazionali del cibo. In Italia, la Coldiretti, la Regione Calabria e altri organismi hanno sposato a pieno il “Muscolo di Grano” destinato ormai a diventare protagonista delle tavole non soltanto dei vegetariani e dei vegani ma di tutti coloro che, pure per problemi di salute, devono abbattere il colesterolo e altre malattie metaboliche. “Dunque – afferma Domenico Lanciano – sì ad un Istituto Agrario che intenda puntare veramente sul futuro, ma specializzandosi nelle nuove esigenze, sempre in tandem con l’Istituto Alberghiero e sempre basandosi sull’utilizzo di prodotti locali ma anche provenienti da altre parti del mondo ormai sempre più globalizzato, possibilmente in stretta collaborazione con la Coldiretti e altri eminenti presenze istituzionali (come la Regione Molise), scientifiche (come l’Università del Molise, ecc.) e di marketing territoriale e internazionale. ( Nella foto Enzo Marascio, inventore del ” muscolo di grano”)
Domenico Lanciano