Israele, Iran: “Sarà risposta dura per morte Haniyeh, cessate il fuoco a Gaza non c’entra”

(Adnkronos) – La rappresaglia iraniana per l'uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran è ''legittima'', rappresenta ''un diritto'' ed è ''fondamentale per evitare ulteriori violazioni''. Quindi ''l'Iran risponderà duramente'' contro ''le azioni aggressive del regime sionista'' e un eventuale accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza ''non ha nulla a che vedere'' con questo. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani nel corso di una conferenza stampa. C'è stato un incontro tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il segretario di Stato americano Antony Blinken. Un incontro ''positivo'', durato tre ore, che si è svolto in ''una buona atmosfera''. Lo ha fatto sapere l'ufficio di Netanyahu spiegando che il premier ha sottolineato l'impegno israeliano nei confronti della proposta statunitense presentata a Doha la scorsa settimana e che "tiene conto delle esigenze di sicurezza di Israele". Netanyahu, scrive Axios, ha detto a Blinken che invierà i suoi massimi negoziatori al summit che si terrà al Cairo questa settimana con l'obiettivo di giungere a un accordo sugli ostaggi e sul cessate il fuoco a Gaza.  Il team negoziatore israeliano sarà guidato dal capo del Mossad David Barnea, dal direttore dello Shin Bet Ronen Bar e dal colonnello a riposo delle Idf Nitzan Alon incaricato della gestione degli ostaggi. I tre hanno partecipato anche ai colloqui che si sono svolti la scorsa settimana a Doha, in Qatar. Blinken in mattinata aveva visto il presidente israeliano Isaac Herzog. I negoziati in corso sono "forse l'ultima chance" di arrivare a un accordo per la fine della guerra tra Israele e Hamas, ha detto Blinken a Herzog. "Questo è un momento decisivo – ha affermato – probabilmente la migliore, forse l'ultima opportunità di riportare gli ostaggi a casa, di avere un cessate il fuoco e di mettere tutti su un percorso migliore per una pace e una sicurezza durature". Alla sua nona missione in Medio Oriente dall'attacco del 7 ottobre, il capo della diplomazia americana ha affermato che il presidente Biden lo ha inviato in Israele "per far sì che questo accordo venga concluso: è giunto il momento di farlo”. Ed "è anche il momento di assicurarsi che nessuno prenda iniziative che possano far deragliare questo processo", ha ammonito Blinken, ribadendo che "stiamo lavorando per assicurarci che non ci sia un'escalation, che non ci siano provocazioni, che non ci siano azioni che possano in qualche modo allontanarci dalla conclusione dell'accordo, provocando un'escalation del conflitto in altri luoghi e di maggiore intensità". "Le persone devono capire che tutto inizia dal rifiuto di Hamas ad andare avanti", ha detto Herzog, all'inizio del colloquio con il segretario di Stato Usa. Come riferisce il Times of Israel, Herzog ha ribadito la speranza di Israele di "poter andare avanti nei negoziati condotti dai mediatori", Usa, Egitto e Qatar, per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi trattenuti nell'enclave palestinese dall'attacco del 7 ottobre scorso in Israele. "Non esiste obiettivo umanitario più grande e non esiste causa umanitaria più grande che riportare a casa i nostri ostaggi, che sarebbero dovuti tornare molto tempo fa", ha aggiunto. Secondo Hamas Netanyahu "pone nuove condizioni e richieste” per ostacolare i colloqui e prolungare la guerra a Gaza, riporta The Times of Israel. Il gruppo accusa anche Netanyahu di aver introdotto nuove condizioni per il rilascio degli ostaggi. "Riteniamo Netanyahu pienamente responsabile per aver ostacolato gli sforzi dei mediatori e per aver ostacolato un accordo", afferma Hamas, aggiungendo che il primo ministro è responsabile della vita degli ostaggi tenuti in ostaggio. Hamas sottolinea che continuerà a sostenere la sua proposta del 2 luglio. Una tregua a Gaza "è ancora possibile". Lo ha ribadito il presidente americano Joe Biden parlando con i giornalisti a Washington e assicurando che gli Stati Uniti "non stanno abbandonando" gli sforzi per arrivare a un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Hamas ha intanto rivendicato la responsabilità dell'attacco sferrato ieri a Tel Aviv, dove un camion è esploso a causa di un potente ordigno. La rivendicazione è stata fatta tramite l'account di Telegram delle Brigate al-Qassam. ''Annunciamo il successo dell'operazione di martirio che si è tenuta ieri sera, domenica, nella città di Tel Aviv'', afferma Hamas spiegando di aver condotto l'azione insieme alla Jihad Islamica palestinese. Il movimento ha aggiunto che continuerà a condurre operazioni simili fino a quando Israele porterà avanti i suoi ''massacri, sfollamenti dei civili e la politica di assassini''. "Si può affermare che è stato un attacco terroristico, con la detonazione di un potente ordigno esplosivo", aveva affermato – al termine delle prime indagini – la polizia israeliana. Lo Shin Bet, riporta il Times of Israel, ha precisato di essere ancora al lavoro per accertare l'identità dell'uomo morto, che aveva una bomba nello zaino. Secondo notizie dell'emittente Kan si ritiene fosse un palestinese della Cisgiordania. Le forze israeliane (Idf) hanno intanto annunciato che un tunnel lungo circa un chilometro e mezzo è stato distrutto dai miliari israeliani nella zona di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Le Idf hanno precisato che all'interno del tunnel sotterraneo sono state trovate armi e attrezzature che avrebbero consentito di resistere nel tunnel per lunghi periodi.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Commenti Facebook