Sulla proposta del centrosinistra relativa alla Fondazione Giovanni Paolo II si registra una situazione a dir poco inquietante: la Giunta regionale affida, con delibera, al presidente Frattura il compito di proporre una modifica nello statuto della Fondazione e, dopo poche ore dalla delibera di Giunta, il capogruppo del Pd Totaro chiede al Consiglio regionale di avallare tale proposta.
Siamo di fronte ad un utilizzo improprio, strumentale ed equivoco degli organi amministrativi forse per coprire le responsabilità di una simile operazione. Un’operazione nata da un’aspra trattativa, e neanche troppo velata, tutta interna al Partito Democratico che avrebbe ritrovato la quadra su un’idea molto originale di pubblico e privato.
Torniamo ai fatti: la proposta che il Pd definisce “un fatto straordinario” si inserisce nel bel mezzo di due eventi cruciali.
Da un lato c’è la trattativa tra Regione Molise e Università Cattolica, trattativa tesa a risolvere un contenzioso sull’entità del debito rivendicato dalla Cattolica (che ammonta a circa 100 milioni di euro) ma non riconosciuto dalla Regione che, almeno fino a questo momento ha riconosciuto un’offerta di circa 30 milioni di euro).
Dall’altro lato, invece, c’è la trattativa tesa a valutare l’uso fisico delle strutture dell’Università Cattolica nell’ambito di un progetto di integrazione dei servizi sanitari.
Bene, nel mezzo di queste trattative si inserisce la proposta della Regione Molise che chiede all’Università di avere in cambio la possibilità di gestire, in via diretta da parte dello stesso presidente della Regione attraverso la nomina di quattro amministratori su cinque, la stessa Fondazione.
Questo vorrebbe significare che i quattro amministratori nominati direttamente dal presidente della Giunta regionale del Molise avrebbero il compito di gestire, all’interno della Fondazione, il personale, la nomina dei dirigenti, gli appalti dei servizi, delle forniture e tutto il resto senza però seguire le regole del diritto pubblico in quanto la Fondazione continuerebbe ad essere regolata dal diritto privato.
Detto in altre parole, ci troviamo di fronte ad una strabiliante formula di gestione politica di una struttura sanitaria di diritto privato.
Cosa succederebbe quando la Fondazione dovrà trattare, ad esempio, il budget del contenzioso con la Regione Molise essendo questa emanazione di se stessa?
Come funzionerebbe il rapporto tra controllore e controllato?
Ho molto apprezzato, fino ad oggi, la posizione limpida, coerente e corretta del rettore della Cattolica, Anelli, che sicuramente continuerà a respingere questo maldestro tentativo di fare pressioni psicologiche con strumenti di convinzione a dir poco singolari.
Mi voglio augurare che tutto ciò non avvenga e che la Fondazione continui ad operare offrendo come sempre le opportunità di cure qualificate e assolutamente indispensabili non solo all’utenza molisana ma di tutto il centro sud Italia.
Alla Cattolica dico: non abbiate paura delle velate minacce di questi governanti, i molisani sono con voi.
Michele Iorio