In Molise finalmente, anche se solo recentemente, rispetto ad altre regioni, si è iniziato a parlare di corruzione, appalti, inquinamento ambientale, partecipate della Regione, conflitti di interesse e non ultimo l’argomento politica e amministrazione. Un campanello d’allarme ci è stato dato in maniera forte da Vincenzo Musacchio, presidente di Corea Molise, ente che dopo la sua costituzione ha visto polemiche, minacce, ma che ancora oggi prosegue nel suo cammino di lotta alla “corruzione” , che ha visto il nascere della Scuola della Legalità intitolata a Don Peppe Diana, a cui a breve arriverà anche l’accreditamento del Miur, e che vede lo stesso Musacchio in prima linea presiedere a convegni a tema sulla questione ambientale. Un impegno a tutto tondo, in questa intervista con il professor Musacchio cerchiamo di ricapitolare, toccando proprio le emergenze molisane, cosa è avvenuto.
dr. Musacchio secondo lei politica e amministrazione devono essere separate nelle scelte di governo della regione?
A mio avviso, e questo non vale solo per il Molise, una delle cause della crisi delle nostre istituzioni risiede proprio nello scardinamento della nostra amministrazione pubblica intesa come corpus autonomo ed indipendente rispetto alla politica. Ritengo aberrante e illegale che i vertici della nostra burocrazia dipendano essenzialmente da nomine di natura politica. Questa condizione fa si che la classe dirigente cerchi più il “padrino” politico che la propria professionalità; in questo modo il metodo meritocratico è inesistente e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
In tanti pensano che lei prossimamente entrerà in politica cosa ci dice in proposito?
Se per impegno politico si intende un partito, dico no, diverso è l’impegno civile e politico non partitico. Io con Co.Re.A. ho voluto rappresentare il diritto dei cittadini di parlare anche di politica, come cittadino spero non ci siano elezioni ma riforme serie ed efficaci che oggi purtroppo in Molise non vedo. Sono convinto che sia necessario l’impegno civile di tutti, nessuno escluso, e vorrei aiutare i giovani meritevoli a venir fuori: nella nostra regione abbiamo tanti giovani in cui credere, bisogna puntare su di loro.
Cosa pensa dei conflitti di interesse che spesso sono stati sollevati su membri della nostra regione?
Norberto Bobbio sosteneva che il conflitto di interessi fosse il cancro della democrazia. Io la penso come lui. Tale discrasia si verifica quando un individuo che ricopre una particolare carica, pubblica o privata, utilizza i suoi poteri per trarne vantaggio. Rientra nella fattispecie quindi l’imprenditore privato che, divenuto (supponiamo) presidente di un organo di governo, eserciti pressioni su un organo legislativo affinché legiferi a favore delle sue imprese. Vi è conflitto anche nel caso dell’imprenditore privato che abbia interesse in un determinato settore produttivo e simultaneamente ricopra cariche pubbliche che regolino o influiscano sullo stesso settore. Voglio precisare che non si è in situazione di conflitto per il semplice fatto di ricoprire la carica, bisogna che ci sia un’azione di pressione affinché la propria azienda-impresa sia favorita in concreto.
Si parla ancora di attacchi al territorio ed all’ambiente, e di pochi giorni fa la notizia di nuove centrali a biogas a Campomarino, cosa pensa in merito?
Per Campomarino ritengo che tale scelta sia fortemente incompatibile con le vocazioni di sviluppo locali orientate alle attività turistiche e agro-alimentari, perché tale installazione creerebbe problemi di impatto ambientale tale da pregiudicare l’andamento del cd. turismo balneare che si regge proprio sulla salubrità del territorio. In termini generali, invece, voglio dire che lo sviluppo del territorio molisano non può sempre essere subordinato al profitto privato delle aziende. La salvaguardia della salute umana, del paesaggio e delle bellezze naturali va intesa sempre come fondamento per lo sviluppo di una società che voglia definirsi civile. Non dimentichiamoci che chi governa ha il compito di promuovere uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile delle attività economiche, ma anche (anzi direi soprattutto) un elevato livello di protezione dell’ambiente e del tenore e della qualità della vita.
Cosa pensa dello scandalo dei gruppi consiliari e delle indennità dei consiglieri regionali? Ormai nessuno ne parla più.
I nostri politici, e molti cittadini che ruotano loro intorno, sostengono che il taglio dei costi della politica avrebbe solo un valore simbolico. Non è affatto vero, e anche se lo fosse, un doveroso esempio da parte di chi amministra e continua a chiedere pesanti sacrifici ai cittadini sarebbe moralmente auspicabile. Oltre ai politici occorre guardare anche alla burocrazia regionale e agli enti che gravitano intorno alla regione. Perché non si opera la riduzione delle spese improduttive e parassitarie della politica? Perché non si attua il dimezzamento delle indennità dei consiglieri regionali e della liquidazione di fine mandato? Perché non si modificano le modalità di erogazione dei gettoni di presenza e dei rimborsi spese? Perché non si abolisce con effetto retroattivo il vitalizio ai consiglieri che cessano il mandato e la riduzione delle spese per il funzionamento dei gruppi consiliari e delle commissioni? Se tutto ciò si applicasse per tutte le regioni, i cittadini risparmierebbero oltre 900 milioni di euro. Non dobbiamo dimenticarci, per correttezza, che in Molise i due consiglieri del M5S hanno dimostrato come sia possibile dimezzarsi le indennità senza subire particolari traumi. In merito alle inchieste sullo scandalo dei gruppi consiliari, non mi preoccupa tanto il silenzio, quanto la lungaggine del processo e la possibilità che i malfattori la facciano franca senza restituire ai cittadini il maltolto.
Ultimamente è esploso anche lo scandalo delle consulenze in regione sembra ve ne siano tante, come del resto in passato, cosa ne pensa?
Ritengo che sia l’ennesimo spreco di risorse pubbliche, che pone all’attenzione generale la questione degli organi di governo territoriali sempre meno vicini ai cittadini. Ho potuto leggere che spesso il “rapporto fiduciario” indicato come giustificazione dell’incarico, va dai 15mila ai 40mila euro annui. Il vero problema, più volte sollevato da Co.Re.A., è che non esiste un organo incaricato di valutare la corrispondenza tra competenze dei consulenti e ruoli che sono chiamati a svolgere. E’ vero che vi sono delle limitazioni di legge ma vi è uno espediente: se occorre una competenza specifica, che risulta irreperibile all’interno della Regione, si ricorre a personale esterno. Così è un gioco da ragazzi nominare amici, conoscenti o addirittura parenti, con gli inquirenti che spesso hanno le mani legate anche a fronte di irregolarità palesi secondo criteri di buon senso. Ma in alcuni casi, la Corte dei Conti può giocare un ruolo repressivo determinante.
Sulla corruzione imperante nel nostro Paese cosa ci può dire? E in particolare sulla recente inchiesta relativa agli illeciti in materia di appalti nella provincia di Isernia?
Mi occupo di questo fenomeno delinquenziale da oltre dieci anni e posso affermare che la corruzione è ormai diventata un “reato immagine” di fatto depenalizzata. Le riforme proposte e introdotte negli ultimi anni hanno reso più intricato il lavoro della magistratura inquirente e giudicante. I cd. “colletti bianchi” hanno tante possibilità per farla franca e uscire dalle inchieste perfino senza intaccare la loro fedina penale. Anche l’ultima legge delega del governo si muove in questa direzione. Dico solo una cosa, quasi da non credere: nel paese europeo con il livello più alto di corruzione le persone recluse con condanna definitiva nella patrie galere per questo reato sono poco più di duecento. Al lettore trarne le logiche deduzioni. Noi come Co.Re.A. abbiamo presentato un progetto sulle strategie di lotta alla corruzione che porteremo in Parlamento, vedremo che fine farà. Sull’inchiesta condotta dal procuratore della Repubblica di Isernia Albano, posso dire solo ciò che ho letto dai giornali. Sembra ci troviamo davanti ad un inchiesta che si sta allargando a macchia d’olio. Credo che presto coinvolgerà anche il basso Molise. Quando incontrai Cantone a Roma per parlare di corruzione convenimmo entrambi sul fatto che per combattere efficacemente questo fenomeno non si può prescindere da un efficace attività di controllo del sistema degli appalti che attualmente né in Italia, né in Molise c’è.
Un’ ultima domanda. C’è speranza per questa nostra regione?
Una regione che non sa progettarsi un futuro, che tende a vivere alla giornata, a mettere rattoppi qua e là senza esaminare nel profondo i suoi problemi e, in definitiva, senza risolverli, credo abbia poche speranze di salvezza. È ovvio che le possibili soluzioni possono essere tra loro differenti a volte anche risultato di posizioni politiche diverse ma resta il fatto che ai nostri giorni le difficoltà sono enormi, mentre l’energia e l’entusiasmo per cambiare, in qualsivoglia direzione, non la vedo da nessuna parte, cittadini compresi. Se non cambiamo alla svelta sarà questo a farci scomparire. Io sono per la totale eliminazione delle regioni, ma se questo non sarà attuabile, la nostra naturale destinazione è la fusione con l’Abruzzo.
Mariateresa Di Lallo