“In riferimento alla questione sollevata da alcuni organi di informazione relativa allo sportello regionale dell’ internazionalizzazione, alcune precisazioni sono necessarie per non creare ulteriori malcontenti in una situazione già di per se delicata, trattandosi di posti di lavoro. Il problema di carattere economico non consente al progetto di poter continuare, anche se ci si deve rammaricare proprio del fatto che qualcuno della passata gestione, nonostante il periodo difficile, abbia potuto consentire a cinquanta giovani, più di quanti ne occorressero effettivamente, di accedere a incarichi generando in essi false speranze per il loro futuro occupazionale e ben sapendo che non potevano essere tramutate in realtà. Premesso che va sottolineato l’impegno e la professionalità che questi giovani hanno messo in campo, ancora stiamo cercando i benefici di questo progetto faraonico, rispetto ai debiti lasciati in eredità. C’è molto rammarico per la situazione che si è venuta a creare, ma non c’è alcuna preclusione contro nessuno, né tanto meno vi è indifferenza da parte della Regione verso il problema, anche se più che comprensibile è l’amarezza di chi si ritrova fuori senza una plausibile soluzione. La realtà è che ci ritroviamo con una situazione difficile da affrontare sotto il profilo economico che è un problema da risolvere e conseguentemente quella di non poter dare una collocazione ai giovani contrattisti. Mi faccio carico delle responsabilità che riguardano la Regione, anche se molte di esse arrivano da lontano, ma nessuno dei tanti giovani coinvolti, loro malgrado, in una situazione difficile in partenza, pensi che qualcuno si sia svegliato un mattino e abbia preso la decisione di lasciarli a casa senza nessuna giustificazione.”
Internazionalizzazione. Scarabeo: il “periodo Carugno” ha lasciato solo debiti e guai da gestire
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