Giovedì 19 marzo partirà il Master di primo livello rivolto ai professionisti che vogliano acquisire le più attuali conoscenze nel campo del glaucoma. Articolato in otto moduli mensili, ciascuno della durata di due giornate, il master è organizzato dall’Università degli Studi del Molise e si svolge nel Polo Didattico dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), scelto per il suo ruolo di centro di rilevanza internazionale e di altissima specializzazione per le neuroscienze, il cui elemento distintivo è la sinergia tra ricerca scientifica e attività clinica.
Grazie all’intervento di docenti provenienti da tutta Italia, tra i maggiori esperti che hanno personalmente contribuito all’avanzamento delle conoscenze nel glaucoma, il Master formerà 25 partecipanti attraverso una serie di lezioni in aula, discussioni di gruppo, esercitazioni pratiche e presentazione di casi clinici.
“Il glaucoma – dice il Professor Ciro Costagliola, Direttore della Cattedra di Malattie dell’Apparato Visivo dell’Università degli Studi del Molise, organizzatore e responsabile dell’evento – rappresenta la seconda causa di cecità nei paesi industrializzati. In Italia oltre un milione di persone ne è colpito, con una maggiore prevalenza al Nord (48%), seguito dal Sud (28%) e dal Centro (24%)”.
Una patologia importante, per la quale i fattori di rischio sono numerosi, e le cause ancora poco conosciute. “Questa situazione – dice ancora il Prof. Costagliola – rende obbligatoria una strategia di prevenzione secondaria, cioè di diagnosi precoce, che può essere realizzata soltanto mediante campagne di sensibilizzazione della popolazione generale (informazione) e la formazione di personale esperto in grado di identificare il paziente affetto e trattarlo in maniera ottimale. Il glaucoma è una malattia ancora poco conosciuta e soprattutto asintomatica, il che rende difficile sia la diagnosi che la terapia. Non a caso, con una espressione abbastanza colorita ma efficace, è stato definito come “il ladro silenzioso della vista”, poiché si stima che circa la metà degli ammalati non sappia di esserlo”.