“Improvvisa mobilitazione pro libertà di stampa sposata anche dalla minoranza di centrodestra, ecco l’ultima amenità partorita nel panorama politico molisano. Cambiare idea è legittimo, meno dimenticarsi di proprie scelte passate. Soltanto pochi anni fa, quando forza di governo della Regione, tra quelli che oggi esprimono “totale solidarietà agli organi di informazione” c’era chi inveiva su tanto di carta intestata contro la stampa locale definendola senza troppi giri di parole “spazzatura”. E non solo. A differenza di qualcuno, la cui memoria evidentemente vacilla – si sospetta qui per convenienza –, noialtri non abbiamo dimenticato che sempre quei politici che adesso si indignano per la libertà di stampa minacciata in Molise hanno tentato, in qualche caso riuscendoci pure, di dettare la linea nelle rassegne stampa delle emittenti locali, intimando, con minacce di denunce, di non dare spazio ai giornali sgraditi al potere. Ne sa qualcosa la Tgr Molise, portata in Tribunale a Cassino per non essersi piegata al diktat. La querela al servizio pubblico l’abbiamo ritirata noi, non i novelli paladini della libera informazione.
Tanto basta a dire che non prendiamo lezioni in materia di libertà di stampa. Né tantomeno lo facciamo per la pubblicità istituzionale: siamo più che convinti che i contribuenti molisani abbiano abbondantemente pagato il dazio per “l’acqua, bene di tutti” e altri grandi servizi alla comunità.
Pure a fronte di tutto questo, continuo a sostenere che è mio diritto dissentire dalle critiche che mi vengono mosse, critiche che spesso – faccio notare – si trasformano in insulti in più di un caso violenti ed offensivi, ne sono pieni gli annali. Lo sostengo sempre nel pieno rispetto della libertà di espressione e pensiero che non è appannaggio esclusivo dei giornalisti, ma appartiene a tutti i cittadini, compresi i presidenti di Regione.
È anche mia la libertà di non trovare sempre, mettiamola così, equa, equilibrata, attenta alla cronaca dei fatti, ripeto, quella certa stampa assai concentrata su altro. È mia, come di tutti, la libertà di pensarlo e di dirlo.
Sono contestabile se ritengo, e lo affermo, che all’operato o a un intervento in aula del governatore, tanto per rimanere sulla più stretta attualità che da ultimo mi viene contestata, si concede uno spazio assolutamente marginale (pochi secondi), mentre di enfasi ed eco godono i detrattori del governatore (con minuti e minuti a disposizione e qualche volta intere trasmissioni)? Imbavaglio qualcuno o sono imbavagliato?
Liberi tutti di fare così, di avere una linea editoriale del genere? Certamente. Ma sono libero anche io di pensare che forse forse non sia proprio giusta e deontologicamente corretta quest’attenzione che supera, trascurandola, la cronaca?
Lo chiedo a Vincenzo Cimino, che, in qualità di consigliere dell’Ordine dei giornalisti, sale in cattedra per definire “stupefacente” la mia indole, a suo avviso, volgarmente e sfacciatamente dittatoriale, (imbavaglio, censuro, lavoro per chiudere redazioni e tante altre belle attività che il Nostro mi riconosce, qualcuno avrebbe detto “non sum dignus…” di cotanta destrezza). Forse sarebbe più corretto ricordare ai cittadini che lo stesso Cimino riveste un ruolo politico: portavoce del presidente di centrodestra della Provincia di Campobasso. Magari, un po’ di ritorno alla normalità, nel nome della credibilità, non farebbe male. Al Molise, ai molisani e al loro diritto di essere informati”.
Lo dichiara il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura.
Informazione, Frattura: la libertà di critica appartiene a tutti. Anche ai governatori
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