Tra le mafie emergenti nei nostri territori ci sono senza dubbio quella pugliese, quella calabrese e non ultima quella campana che hanno a disposizione enormi risorse finanziarie. Il Molise è visto da queste organizzazioni criminali come terreno di conquista. Camorra, ’ndrangheta (alleata con Cosa Nostra) e mafia pugliese sono riuscite, per ora spero in minima parte, a penetrare nel nostro territorio usando la tattica della metamorfosi silenziosa. Le aree interessate maggiormente dalle infiltrazioni sono quelle della costa molisana (Termoli, Campomarino, Petacciato, Montenero di Bisaccia fino a Vasto), e la parte venafrana ed isernina, ad opera soprattutto di camorra, ’ndrangheta e mafia pugliese. A mio modestissimo parere, però, non sono soltanto le mafie di casa nostra a costituire un pericolo, ma anche le organizzazioni criminali straniere, a lungo sottovalutate e che si sono “italianizzate” nelle loro strutture e modalità operative. Mi riferisco soprattutto alle organizzazioni criminali albanesi, rumene e nigeriane. Ribadisco con grande veemenza ancora una volta alla nostra classe politica quanto sia assolutamente necessario impedire la saldatura tra queste mafie nella spartizione degli affari attraverso efficaci sistemi preventivi.
Il non agire determinerà una situazione davvero pericolosa e più difficile da lottare in futuro. Queste nuove mafie sono molto più efficaci delle vecchie poiché detengono ingenti risorse finanziarie, che vengono investite nei nostri territori nel più assoluto silenzio e nella massima mimetizzazione possibile. Spesso si utilizzano le varie strutture di money transfer e non si escludono coinvolgimenti nella gestione dell’immigrazione clandestina e di quella regolare, del commercio di merci contraffatte, del gioco d’azzardo, della prostituzione e del traffico di stupefacenti. Il Molise ha bisogno di un salto di qualità passando “dalla cultura della legalità, alla pratica civile della denuncia”. La collaborazione con l’autorità giudiziaria può, infatti, contare su alcuni strumenti specifici, particolarmente utili in termini di repressione di tali fenomeni soprattutto quando sono ancora in fieri.
Occorre, inoltre, focalizzare la massima attenzione nel settore immobiliare, del turismo e della ristorazione. Ribadisco ancora una volta a gran voce la necessità e l’importanza di un “Osservatorio Regionale contro le Mafie” per monitorare le infiltrazioni criminali e creare un valore aggiunto al lavoro delle istituzioni raccordando le forze sociali già attive nella salvaguardia del nostro territorio a livello di prevenzione primaria. Ora non ci sono più scuse: il non agire della classe politica sarà indice di contiguità poiché di fatto significherà restare a guardare senza far nulla per impedire lo svilupparsi di tali fenomeni criminali.
Vincenzo Musacchio – Direttore Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise.