Questo Consiglio regionale che nella sua totalità in campagna elettorale aveva promesso il dimezzamento delle indennità le ha invece aumentate e sprezzante della volontà di circa seimila cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare depositata da sedici mesi non si degna di esaminarla. E’ troppo impegnato a far danni divenuti ormai irreparabili: sanità, sistema produttivo, lavoro, trasporti. E’ troppo.
Non soddisfatto dei disastri fin qui combinati e delle laute prebende percepite, alla faccia della gran massa di disoccupati e dei precari, dei pensionati che non riescono a pagare le bollette, si appresta addirittura a reintrodurre il vitalizio per i consiglieri regionali in carica e futuri, aboliti con legge regionale nel 2012.
Non avevamo dubbi che ci avrebbero provato, per questo nella proposta di legge di iniziativa popolare chiediamo l’abolizione dell’articolo 10, relativo alla reintroduzione del fondo di previdenza. La reintroduzione del vitalizio, prevista nell’articolo 10 della legge di stabilità della Regione Molise approvata dalla Giunta regionale, costerà alla Regione e, pertanto ai cittadini, la bellezza di 633.600 euro all’anno aggiuntivi. Infatti la Regione dovrà versare 2400 euro mensili per ciascun consigliere.
Molti si illudevano di aver raggiunto il fondo con la presidenza di Michele Iorio. Non è così. Questi politicanti sono di gran lunga peggiori. Sono un’orda di cavallette e vanno fermati con la resistenza civile e democratica per impedire che facciano ulteriori scempi.
Chiediamo a tutti gli uomini liberi, a tutti coloro che si sentono offesi da tanta protervia ed arroganza di vigilare e partecipare ai lavori del Consiglio Regionale quando arriverà in discussione la proposta di legge. Allo stesso tempo dobbiamo imporre la immediata discussione della proposta di legge di iniziativa popolare.
Dobbiamo riappropriarci della nostra dignità di cittadini e impedire, agli attori di una politica sempre più autoreferenziale e lontana dai veri problemi dei cittadini, di cancellare le nostre identità.
Il “Comitato degli Indignati del Molise”
co