Indignati del Molise: i politici non si nascondano dietro i rinvii, approvino o boccino i tagli ai costi della politica

Con un ordine del giorno, approvato all’unanimità  il Consiglio regionale impegna la Prima Commissione consiliare a predisporre una proposta di legge regionale in materia di tagli ai costi della politica che recepisca gli orientamenti del governo rispetto alla materia e la proposta di legge di iniziativa popolare. In pratica, dopo l’incontro di lunedì 14 luglio tra rappresentanti delle Regioni, Governo e Parlamento, la famosa proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da seimila cittadini e presentata dal comitato degli indignati rischia di non essere discussa perché lasciata morire dentro un rinvio sine die che sarà regolato dalla commissione presieduta dal consigliere TOTARO del PD che ha già fatto passare sette mesi senza risultati.
Se la Giunta regionale ed il Consiglio avessero avuto veramente la volontà di ridurre le indennità, avrebbero discusso ed approvato dal mese di gennaio la legge di iniziativa popolare. La nostra proposta di legge si potrebbe approvare in cinque minuti e la sua approvazione dimostrerebbe rispetto per i 6000 cittadini firmatari e sensibilità nei confronti di tutti coloro che vivono sulla loro pelle gli effetti devastanti di questa crisi . Se poi volessero realmente anticipare  la riforma proposta dal premier Matteo Renzi, che prevede di portare le indennità  di consiglieri e assessori a livello del compenso del sindaco della città capoluogo (Campobasso) che è di circa 4mila euro mensili, facessero come  il neo Presidente Chiamparino in Piemonte, che ha annunciato la presentazione di un disegno di legge di iniziativa della Giunta.   Riservando alla proposta la procedura d’urgenza il Consiglio Regionale potrebbe approvarla entro una settimana. Magari introducendo la norma sulla non reversibilità dei vitalizi degli ex consiglieri.
La pratica di dilatare i tempi con l’idea di uniformarsi alle direttive nazionali che disciplineranno le indennità dei consiglieri regionali e di tutti i costi della politica, cercando alcuni punti di indirizzo tra la proposte del governo e la legge di iniziativa popolare presentata dai cittadini, non ci convince e la riteniamo un vecchio trucchetto di un altrettanto modo di fare vecchia politica che fa rima con gattopardismo.
NOI ABBIAMO SCRITTA E SOTTOSCRITTA UNA PROPOSTA DI LEGGE CON 6.000 FIRME. TROVATE IL CORAGGIO DI APPROVARLA O BOCCIARLA, MA DISCUTETELA.
Dopo oltre sei mesi dalla presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare, vengono vanificati i margini per riavvicinare le Istituzioni elettive ai cittadini.

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