Stando ai vari atti giudiziari che sto rileggendo in questi giorni sembra emergere chiaramente che l’organizzazione del traffico dei rifiuti, per conto della camorra, anche in Molise, era affidata a Cipriano Chianese, un colletto bianco, un avvocato (chiamato “il signore delle ecomafie”). I rapporti che questo individuo ha intrattenuto per organizzare lo sversamento illegale in Campania, in Lazio, e nel nostro Molise delineano con chiarezza il business miliardario dell’ecomafia ed il chiaro coinvolgimento anche della nostra regione.
Nelle oltre novanta pagine di atti, ci sono i nomi dei vari personaggi appartenenti ai clan della camorra e ci sono i nomi delle imprese “criminali” che parteciparono a questo sistematico e mortale inquinamento di ettari ed ettari di terreni – anche qui da noi in Molise – e che hanno sulla coscienza un bel numero di morti per tumore.
C’è la politica come referente per risolvere i vari ostacoli, ci sono le intercettazioni, e soprattutto ci sono i rapporti con la pubblica amministrazione, ci sono i nomi dei funzionari che facevano finta di controllare le discariche; ci sono i nomi di politici noti, di funzionari della Provincia e della Regione; ci sono i nomi delle aziende che organizzavano il trasporto e lo sversamento dei rifiuti, quelli dei gruppi criminali coinvolti, degli avvocati e persino dei magistrati. Io ritengo, ma spero di sbagliarmi, che il Molise abbia subito uno tra i più efferati crimini ambientali commesso in Italia negli ultimi cinquan’anni. L’avvocato Chianese nei suoi interrogatori di polizia afferma che questo sistema aveva bisogno assoluto della compiacenza di ispettori delle Asl e di funzionari della pubblica amministrazione addetti ai vari controlli. Compiacenza che lui dice di aver conquistato attraverso i classici favori clientelari. Aiutando familiari e congiunti dei vari protagonisti in cambio della loro complicità e del loro silenzio. In questo modo, si rilasciavano e rinnovavano autorizzazioni non dovute; i controlli sulle discariche avvenivano solo sulla carta. Si controllavano solo le bolle di accompagnamento che, di solito, erano false o manomesse. Anche se la maggior parte dei reati saranno ormai prescritti sarebbe bello per noi molisani sapere con chiarezza nomi e cognomi di chi è stato artefice e carnefice della distruzione di questa bellissima regione. Perchè se ci sono rifiuti tossici in questo territorio (e ci sono e lo dicono gli atti giudiziari) qualcuno li ha portati e quindi ha avuto dei complici in loco. Alcuni di questi nomi sono emersi nelle indagini da parte soprattutto della Procura di Larino ma sono ancora molti i colpevoli di complicità e di correità. Molti che dovrebbero solo tacere e che invece oggi parlano e appaiono persino strenui difensori dell’ambiente. I molisani non devono dimenticare e noi di Co.Re.A ci impegneremo con tutte le nostre forze affinchè ciò non accada.
(Dr. Vincenzo Musacchio – Presidente Commissione Regionale Anticorruzione del Molise)