Qualità, quantità e tracciabilità: passa da qui, dalla tutela assoluta di questi tre parametri, nel pieno rispetto del ciclo integrato nella gestione dei rifiuti definito puntualmente con chiarezza e rigore nel nuovo Piano regionale, la possibilità di un accordo con l’Abruzzo per la termovalorizzazione dei rifiuti. A ribadirlo questa mattina il presidente Paolo di Laura Frattura e l’assessore all’ambiente Vittorino Facciolla nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Vitale, convocata in risposta alle preoccupazioni sorte negli ultimi giorni tra i cittadini.
Subito la cornice di regole e limiti entro la quale le amministrazioni regionali di Abruzzo e Molise stanno valutando una forma di compartecipazione per il trattamento dei rifiuti da incenerire alla luce delle osservazioni sollevate in sede di Conferenza delle Regioni e recepite nello schema di decreto del ministro Galletti.
“Il 14 luglio 2015 – così in premessa il presidente e l’assessore –, abbiamo licenziato l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) in favore di Herambiente, la società proprietaria dell’impianto termico di Pozzilli: non è stato consentito, diversamente dalle richieste avanzate, né aumentare la quantità di rifiuto termovalorizzato (ferma a 93 mila tonnellate circa) né modificare la qualità del rifiuto termovalorizzato, anzi. Nel piano di monitoraggio e controllo, allegato all’Aia, questa Regione, che parla con atti amministrativi, ha fatto ciò che non si è mai fatto in passato, obbligando Herambiente a un’attività di controllo definito massimo e cioè costante, continuo e quotidiano su ogni tipo di fattore a rischio. La società ha impugnato i nostri provvedimenti considerandoli altamente restrittivi da limitare il libero esercizio di attività industriale”.
Così “di fronte all’interesse manifestato dall’Abruzzo di valorizzare il proprio umido selezionato presso il sito già presente e attivo in Molise, la nostra prima risposta è stata e resta: a quantità ferma, quella che noi abbiamo autorizzato, a qualità non diversificata, la migliore, con la garanzia di una tracciabilità favorita”, la perentoria rassicurazione di Frattura e Facciolla, rafforzata dalle decisioni via via maturate per la questione.
La conferenza stampa a Palazzo Vitale, dunque, anche come occasione per ripercorrere e analizzare passaggi e provvedimenti amministrativi a conferma dell’impegno che il governo regionale ha riversato e riversa nelle politiche di tutela ambientale, a cominciare dalla redazione e approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti “dopo anni di vuoto legislativo” per finire alla raccolta differenziata che vanta un investimento complessivo che supera i 27,5 milioni di euro. “I risultati già si vedono: abbiamo abbandonato l’ultimo posto occupato per anni, eravamo all’11% solo due anni fa, adesso siamo al 24 percento. La nostra ambizione è attestarci a stretto giro tra le prime regioni italiane nella raccolta porta a porta”.
“Non a caso, in un primo momento, abbiamo espresso parere negativo alla possibilità di implemento delle attività di termovalorizzazione prevista dal decreto: con un’ottima selezione della differenziata, l’organico può essere trattato anche con altri strumenti che consentono di fare esercizio di qualità trasformando l’umido in compost”, il ragionamento del presidente e dell’assessore perfezionato nell’investimento presso il sito di Montagano per la valorizzazione della frazione umida, “investimento sul quale la Giustizia amministrativa, in primo e secondo grado, ci ha dato ragione, entrando nel merito della qualità delle nostre scelte contraddistinte da un’attività di tutela ambientale assolutamente in linea con la normativa europea”.
In questo quadro di azioni mirate, l’accordo interregionale con l’Abruzzo va letto, per Frattura e Facciolla, come un’opportunità che favorisce il raggiungimento del terzo obiettivo imprescindibile per un corretto ciclo di incenerimento dei rifiuti a tutela dell’ambiente e della salute pubblica, la tracciabilità. L’impianto termico dei rifiuti, attivo nel nucleo di industriale di Pozzilli dal 1993, può lavorare fino a 93 mila tonnellate annue di combustile solido secondario (css), “tetto massimo che noi abbiamo fissato e contro il quale la società Herambiente ha presentato ricorso al Tar”, ancora il presidente e l’assessore.
Allo stato, meno del 10 percento (9.92%) del prodotto termovalorizzato a Pozzilli è il residuo dei rifiuti del Molise, del restante 91 percento l’Abruzzo conferisce già una percentuale pari al 27.88% (circa 27 mila tonnellate), il 49.11% conferito nell’impianto di Herambiente proviene dal Lazio, il 12.22% dalla Puglia, lo 0.81% dalla Calabria e lo 0.06 dalla Campania.
“L’accordo con l’Abruzzo ci consentirebbe di superare anche questa frammentazione: con noi al termovalorizzatore di Pozzilli solo un’altra regione con un carico di 65 mila tonnellate, perché il nostro obiettivo nel ciclo integrato del trattamento dei rifiuti è raggiungere il 65% di differenziata così da coprire il 35% della capacità complessiva di trattamento dell’impianto. Possiamo farlo prevedendo, come abbiamo già fatto, una maggiore potenzialità impiantistica per la preparazione di css tipologia 332, ossia frazione organica di alta qualità da raccolta differenziata con alto potere calorifero e controindicazioni in termini di salute pressoché inesistenti, la sola trattata a Pozzilli”, hanno concluso il presidente e l’assessore.
All’incontro con i giornalisti, presenti anche numerosi amministratori dei comuni ricadenti nell’area del nucleo industriale di Venafro-Pozzilli.
Il primo cittadino di Venafro, Antonio Sorbo, presente insieme ad altri sindaci di comuni dell’alto Molise ha dichiarato: “Con le decisioni che sono state prese a livello nazionale noi temiamo che tutto possa sfuggire al controllo della Regione perché il decreto in materia definisce questi siti come impianti che devono garantire la sicurezza nazionale e dunque può succedere che domattina qualcuno venga ad imporci di prendere un quantitativo maggiore di rifiuti visto che il termovalorizzatore di Pozzilli ha una capacità di 145mila tonnellate rispetto ai limiti che gli vengono imposti attualmente a 94mila tonnellate”.