Incendi in Basso Molise, Massimo Romano: dove era la Protezione Civile?

Riportiamo un post di Massimo Romano a seguito degli eventi verificatisi in Basso Molise nella giornata del 24 luglio.

Numerosi osservatori hanno stigmatizzato l’ennesima clamorosa falla della Protezione Civile nell’emergenza incendi in Basso Molise. Chiunque abbia seguito i tragici avvenimenti di ieri, stando sul posto oppure dal pc, ha potuto verificare l’ingiustificabile assenza delle Istituzioni regionali. A fronte di tale evidenza, la reazione di qualche assessore rappresenta una toppa peggiore del buco: una difesa d’ufficio dell’indifendibile, il cui unico effetto è la conferma della totale mancanza di senso di responsabilità istituzionale.
Durante le tragiche ore dell’emergenza le istituzioni regionali sono state latitanti: non pervenute, sia “fisicamente” (il Presidente, a cui competono le prerogative di capo della Protezione civile, se ne stava al fresco delle montagne del Matese a farsi i selfie con il comitato feste di Santa Cristina a Sepino), sia “materialmente” (l’Agenzia è ormai smantellata delle necessarie risorse strumentali e umane), sia “mediaticamente” (su tutta la rete non c’è stata traccia di un comunicato stampa ufficiale, di un intervento, di un coordinamento, di un punto di riferimento: il sito della Protezione Civile tragicamente fermo e per l’ennesima volta senza alcun aggiornamento, quello della Regione neanche a parlarne, il profilo fb del Presidente e degli assessori intasato di ogni genere di spot elettorale, ma dell’emergenza del fuoco che divampava tra il nucleo industriale di Termoli e Guglionesi neanche l’ombra).
A fronte di questi elementi oggettivi e incontrovertibili, mentre Frattura e i vertici della Protezione civile osservano la consegna del silenzio, spicca la risposta di qualche assessore che, offeso dalle accuse di inerzia della Regione, ci informa che lui c’era, in Basso Molise, durante l’incendio, e informava in tempo reale il Presidente, che nel frattempo faceva la passerella a Sepino…
Senza offesa, dove si trovasse l’assessore Tizio o Caio non interessa proprio a nessuno, perché non è richiesto agli organi politici di mettersi il cappello da pompiere, né la funzione pubblica di governo del territorio durante le emergenze è un fatto personale rimesso all’improvvisazione. Il sistema di Protezione civile si basa su rigide norme di legge che assegnano prerogative istituzionali e amministrative ben precise, in capo a soggetti ben precisi, in materia di gestione dell’emergenza, coordinamento degli interventi e comunicazione/informazione ai cittadini dell’andamento dei soccorsi. In tutta la giornata di ieri, ad eccezione dell’encomiabile intervento dei volontari e di alcune emittenti private, non c’è stata traccia sui canali ufficiali e istituzionali della funzione pubblica svolta dalla Protezione civile e i cittadini sono stati ancora una volta privati di un servizio pubblico essenziale in una fase emergenziale, senza sapere a chi rivolgersi o da chi attingere informazioni.
Le risposte inutilmente piccate che schivano il merito della denuncia pubblica acuiscono solo il senso di inadeguatezza della classe dirigente e producono l’effetto della benzina sul fuoco dell’indignazione dei cittadini per una politica che rinuncia, ancora una volta, al proprio dovere.

 

Commenti Facebook