I dati Istat indicano un Molise ‘accogliente’, vista la crescita esponenziale del fenomeno legato all’immigrazione. Per questo sarebbe necessario un intervento normativo che regolarizzi la situazione nel suo complesso. La proposta c’è. E’ stata presentata, ed è in quarta commissione, dalla consigliera Angiolina Fusco Perrella. La quale sollecita passi in avanti per formalizzare quanto prodotto. Del resto, il bilancio demografico indica la presenza di ormai quasi 10mila immigrati (circa 7mila nella provincia di Campobasso e 3mila in quella di Isernia). Una crescita esponenziale, visto che nel 2003 la popolazione immigrata era stimata in circa 2.500 unità.
“Quello dell’immigrazione – dice la Fusco Perrella in una nota – è un tema che anche a livello europeo è stato più volte poste al centro dei lavori dell’UE, trovando una sua regolamentazione attraverso passaggi storici piuttosto significativi, dagli Accordi di Schengen (1990) al Trattato di Maastricht (1992) per giungere infine al fondamentale Trattato di Amsterdam (1997), dove si può finalmente parlare di “comunitarizzazione” delle politiche migratorie, stabilendo per la prima volta la competenza della Comunità in materia di asilo e immigrazione. L’indirizzo europeo è stato poi recepito anche dal sistema legislativo nazionale. A livello locale infatti già diverse Regioni si sono dotate di un adeguato strumento normativo per intervenire nel settore dell’immigrazione.
L’obiettivo fondamentale della nostra proposta di legge – continua la Fusco Perrella – è riempire questo vuoto normativo regionale riguardo un tema che in questo contesto storico-politico assume un ruolo di notevole rilievo, e che rende altresì necessario regolamentizzare e salvaguardare un parte importante, in percentuale, della nostra popolazione regionale. Un’azione che la Regione deve assolutamente intraprendere per garantire pari sia opportunità nelle modalità di accesso ai servizi sia valorizzazione della consapevolezza dei diritti e dei doveri connessi alla condizione di cittadino straniero immigrato.
Le finalità da perseguire e realizzare sono molteplici: garantire condizioni di uguaglianza nel godimento dei diritti civili e sociali con i cittadini italiani; contrastare ogni forma di discriminazione, razzismo e xenofobia; promuovere l’accoglienza e l’effettiva integrazione sociale, nonché la partecipazione alla vita pubblica; favorire la conoscenza della cultura italiana e delle culture di provenienza delle cittadine e dei cittadini stranieri; valorizzare le identità culturali, religiose e linguistiche; promuovere iniziative volte a sostenere l’accesso all’abitazione, al lavoro, all’istruzione, alla formazione professionale; sostenere percorsi di assistenza e di tutela nei confronti dei minori stranieri accompagnati; promuovere interventi di cooperazione internazionale nei paesi di origine. Gli organi istituzionali potranno avvalersi di due strutture ad hoc fondamentali: la Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati e l’Osservatorio Regionale per le Politiche Sociali. La Consulta dovrà verificare l’applicazione della normativa vigente sull’immigrazione, analizzare/studiare le questioni connesse agli stranieri relativamente alla loro integrazione sociale e elaborare proposte e suggerimenti per la tutela dei diritti. L’Osservatorio invece avrà cura della raccolta e del monitoraggio di dati, dello studio delle modalità di inserimento sociale e di fornire il necessario supporto conoscitivo alla programmazione regionale. Altra tematica affrontata nella proposta di legge è stata dedicata agli interventi specifici in favore dei cittadini immigrati (in particolare a quest’ultimi viene concessa parità di trattamento e condizione con gli altri cittadini in materia di assistenza sociale, assistenza sanitaria e politiche abitative). Sono stati poi previsti degli interventi mirati che riguardano l’adozione di misure contro la discriminazione (in osservanza dei D.Lgs. nn. 215/13, 216/13 e della Legge 228/03) e la promozione di azioni idonee a garantire il corretto svolgimento dei rapporti tra cittadini stranieri e pubbliche amministrazioni. Infine sono stati anche previsti interventi concernenti la condizione sociale dei cittadini immigrati, con particolare attenzione all’infanzia, allo studio e al lavoro, sempre con il principio generale di riconoscere parità di diritti e condizioni tra cittadini stranieri e italiani e il loro inserimento lavorativo”.