Quanto successo a Isernia, con un gruppo di immigrati che si è radunato davanti alla Prefettura per lamentare la mancanza di assistenza medica e la mancanza di cibo, rappresenta l’ennesima criticità nelle procedure di accoglienza che negli ultimi tempi sono state riscontrate in Molise, basti ricordare le avvertenze lanciate dall’Ordine dei medici di Campobasso sull’emergenza sanitaria, le azioni di protesta andate in scena a Sant’Elena Sannita e, proprio negli ultimi giorni, a Venafro.
È innegabile che si debba parlare di una vera e propria emergenza immigrazione nel Molise, il quale probabilmente ha dato, in termini di popolazione e di densità territoriale, più di quanto effettivamente poteva concedere, e questo risulta evidente dai dati presentati lo scorso mese di ottobre dal Dossier Statistico Immigrazione 2016, che parla di una percentuale di migranti del 1,09% rispetto alla popolazione residente, nettamente più alta rispetto alla media nazionale, addirittura cinque volte tanto rispetto a Campania e Lombardia, ferme allo 0,22%.
Nell’ultimo anno si è passati da 1.605 a 3.396 migranti ospitati (2.921 presso le 49 strutture di accoglienza accreditate e altri 475 del progetto Sprar), con un aumento addirittura del 111,59%, un dato senza termini di paragone nel resto del territorio nazionale. Ovviamente una densità così elevata ha generato inevitabili problematiche, soprattutto per la difficoltà di raccordare gli interventi e distribuire i migranti in maniera equa e attenta alle esigenze e alle possibilità del territorio.
A fronte degli oltre 12 mila stranieri stabiliti in Molise, con il flusso migratorio in costante crescita, emerge la necessità di un intervento normativo in materia per regolamentare nei suoi vari aspetti questo fenomeno sociale; una necessità che avevamo avvertito già nel recente passato, difatti il 30 ottobre 2013 presentammo, insieme al collega Sabusco, una proposta di legge ad hoc, che permettesse al Molise di essere al passo con quanto già realizzato da regioni virtuose quali l’Emilia Romagna, la Liguria, le Marche o il Lazio. Una proposta che in questo momento torna quanto mai d’attualità, perché nata con lo spirito di realizzare pari opportunità di accesso ai servizi e di valorizzare la consapevolezza dei diritti e dei doveri relativi alla condizione di cittadino straniero immigrato.
Al contempo è un’iniziativa che dà alla Regione gli strumenti per l’esercizio delle funzioni di regolazione, programmazione, coordinamento, monitoraggio e valutazione degli interventi, attraverso l’adozione di uno specifico programma triennale che costituisce il riferimento per la definizione degli obiettivi e delle strategie degli enti locali.
Vengono difatti disciplinati gli interventi specifici in favore dei cittadini immigrati, in particolare in materia di assistenza sociale, assistenza sanitaria e politiche abitative, nonché i programmi di protezione a favore di richiedenti asilo e rifugiati, le misure straordinarie di accoglienza in occasione di eventi eccezionali e le iniziative di rientro e reinserimento nei paesi di origine, con particolare attenzione, altresì, all’adozione di misure contro la discriminazione.
Una legge che se approvata non comporterà oneri per il bilancio, in quanto gli interventi da essa previsti da un lato fanno riferimento alla legge regionale n. 13/2014 per quanto riguarda gli aspetti più prettamente sociali, dall’altro, per le attività culturali, ricreative e similari, può essere finanziata con i bandi annuali del Fondo FAMI, un motivo in più quindi per affermarne la validità e l’importanza.
Un complesso di misure che potrebbe regolamentare l’attuale situazione determinata dall’arrivo di immigrati in Molise senza alcun criterio logico, un’accoglienza che se realizzata secondo gli attuali canoni non fa altro che prestare il fianco ad iniziative becere di business; per queste ragioni siamo convinti che il Presidente della Quarta Commissione Nunzia Lattanzio, che in passato ha sempre dimostrato particolare attenzione nell’affrontare le problematiche sociali del territorio molisano, aprirà al più presto la discussione su questa proposta di legge per dare quelle risposte concrete che ci chiede il territorio.
Angela Fusco Perrella