Il Sud, la scuola, i tagli….il Molise. In questa regione esiste un assessorato all’istruzione? È difficile comprenderlo

Partendo dalla riflessione fatta dal “Comitato Nastrini Rossi”, riporto alla luce le seguenti problematiche:

Se andiamo ad analizzare le tabelle ministeriali relative all’organico 2017/2018 possiamo renderci conto dei tagli netti che sono stati effettuati. Infatti a fronte di un consolidamento di circa 4mila e 500 posti comuni dei 13mila 100 accordati dal MEF, altre 1000 e 200 cattedre circa sono state tagliate complessivamente in Molise, Abruzzo , Basilicata, Calabria, Campania , Puglia e Sicilia.
Questi tagli non sono comprensibili e neppure giustificabili alla luce di criteri tecnici quali il calo delle iscrizioni, in quanto colpiscono territori messi a dura prova da anni di politiche di privazioni.

Il piano di assunzioni straordinario messo in atto dalla L.107/2015 ha portato circa 30 mila docenti ad essere titolari di cattedre a centinaia e centinaia di chilometri lontano dalle proprie regioni di residenza. Quasi tutti docenti delle regioni del Sud: Molise, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. E’ in atto un’emergenza sociale delle famiglie del Mezzogiorno. Nello specifico della situazione molisana il silenzio su tale situazione è inaccettabile e insopportabile, un esercito di invisibili vive questa situazione senza nessun confronto con le Istituzioni. É necessario sensibilizzare l’intero consiglio regionale e la delegazione parlamentare per porre in essere l’opportuna “pressione” anche alla luce dell’incontro che il Ministero dell’Istruzione avrà con le parti sociali il 12 giugno a Roma.

Il caso del sostegno
Le cattedre in deroga sul sostegno in Molise,Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia nell’a.s. 2016/2017 sono circa 15 mila, ma dalla tabella ministeriale dell’organico 2017/2018 si evince che ne verranno stabilizzate circa 3 mila soltanto.
Accadrà che gli alunni che hanno diritto all’insegnante specializzato nella stragrande maggioranza dei casi non lo avranno, in quanto la quasi totalità dei docenti specializzati per le attività didattiche di sostegno di ruolo delle nostre regioni sono titolari in province del nord del paese e non rientreranno, se non in pochissimi, con la prossima mobilità.
Agli alunni disabili delle nostre regioni non verrà garantito non solo il diritto alla continuità didattica, ma anche quello all’insegnante specializzato.

Alla luce di queste considerazioni si chiede:

Un ripensamento concreto rispetto ai tagli agli organici evidenziati che riporti la situazione a quella rintracciabile nell’anno scolastico appena concluso.

Per il prossimo anno scolastico 2017/2018, al fine di ridurre i disagi per le scuole e per i docenti, le assegnazioni provvisorie vanno garantite a chi non sarà rientrato nella propria provincia di residenza attraverso la mobilità. Fino a questo momento il Miur, di concerto con il Governo e la buona politica, ha mostrato la consapevolezza della portata del problema dei docenti assunti dalla L.107 ed ha trovato soluzioni per attenuarne le conseguenze (si pensi al differimento della presa di servizio a.s. 2015/20016 e l’emendamento Puglisi che ha esteso la deroga al vincolo triennale per le operazioni di assegnazione provvisoria a tutti i docenti per l’a.s. 2016/2017). Allora ci domandiamo perché adesso sembra esserci una forte volontà nel negare almeno una soluzione provvisoria anche per il prossimo anno scolastico? Siamo convinti che essa sia necessaria proprio per un sereno avvio dello stesso ed il suo buon funzionamento non solo nel nord Italia, ma anche nel Sud.

Trasformazione della maggior parte dei posti in deroga sul sostegno autorizzati nelle nostre regioni in posti di diritto, stabili perché necessari. Solo in questo modo i diritti degli studenti disabili troveranno una concreta realizzazione, costante nel tempo ed i loro familiari non si troveranno più costretti a ricorrere ai tribunali per vederli garantiti.

Michele Di Giglio
Docente

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