Il ruolo dei sindacati, recuperare credibilità

Il ruolo del sindacato sarebbe quello di portare avanti le istanze di chi si rappresenta, dai lavoratori con cui giornalmente si dialoga soprattutto attraverso le sedi locali; non solo una mera rappresentanza centralizzata, ma uno scambio continuo con la base per sostenere le rivendicazioni.

Non un sindacato “variegato e pletorico” ma un soggetto che rappresenta in maniera concreta i lavoratori, vicino alle persone e alle loro esigenze e contrariamente a quanto fatto fino ad ora attento alle esigenze della “platea” più ampia: i giovani.

I giovani sono il futuro di una nazione, la parte più bella e pulita della  società, alla quale il mondo degli adulti e le istituzioni, della “Repubblica”, sono tenute a garantire un sistema nazionale di istruzione all’altezza dei loro bisogni e del l loro diritto per un pieno sviluppo umano e civile.

Il sindacato non è mai un problema semmai lo sono i tagli e i bilanci insufficienti, gli stipendi tra i più bassi d’Europa, le infrastrutture obsolete,  l’esercito di precari, l’abbandono scolastico per povertà e assenza di sostegno.

Quello che è risultato stupefacente è stato il silenzio degli eminenti opinionisti (a volte, persino, conniventi con potere politico-imprenditoriale) soprattutto con quei governi che nel corso degli ultimi trent’anni hanno tagliato: le risorse per il sistema di istruzione, bloccato il rinnovo dei contratti collettivi per anni, reso precari migliaia di lavoratori con riforme nefaste.

Il compito del sindacato sarebbe dovuto essere quello di occuparsi che tutti i lavoratori venissero giustamente retribuiti, e avessero dignità lavorativa all’interno delle diverse attività produttive.

Il sindacato dovrebbe essere, per chi rappresenta, riformista, nel suo DNA, avere una visione più ampia della società e del mondo del lavoro,  confrontarsi e scontrarsi con la complessità del mondo del lavoro e con le sue diverse articolazioni per difendere gli interessi degli ultimi.

La stella Cometa del Sindacato, con la S maiuscola, è (e sarà sempre) quella di rappresentare i lavoratori e le lavoratrici e tutelarne gli interessi e i diritti.

Occorre garantire a tutti i lavoratori le condizioni per esercitare la propria professionalità in modo adeguato alle finalità e agli obiettivi dell’istituzione nella quale e per la quale operano.

Ciò ha a che fare con la formazione continua sia la iniziale che durante l’attività lavorativa, con il reclutamento-assunzione-, con le condizioni di lavoro, con il trattamento salariale, (è urgente e prioritario rendere dignitose le retribuzioni di tutti i lavoratori, oggi francamente indecenti e stroncare la precarietà che condanna decine e decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici alla povertà e all’indigenza.

Più di qualcuno si straccia le vesti quando tra i discorsi sindacali si attenziona il ripudio della guerra e della violenza, la Resistenza, i diritti, la diversità culturale, non sono una “ideologia”, ma i contenuti e il portato della Costituzione repubblicana di questo dovrebbero essere attratti tutti e tutte, incluso i sindacalisti.

L’uguaglianza ha una priorità su cui hanno e insistono tanti fuori dal coro servile di chi governa: l’istruzione gratuita e obbligatoria. Il diritto all’alfabeto, ecco da che cosa occorre incominciare, troppi gli abbandoni scolastici,che generano troppi i neet.

La scuola pubblica primaria obbligata a tutti e la secondaria offerta a tutti in maniera gratuita: questa è la vera legge, per riattivare l’ascensore sociale che purtroppo dopo gli anni sessanta-settanta si è bloccato.

Alfredo Magnifico

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