“ Annuncio con gioia che il mio romanzo “Il risolutore” (Rizzoli) è candidato al Premio Strega 2019. A proporlo è stato l’Amico della Domenica Ferruccio Parazzoli, maestro che ringrazio con profonda commozione”, l’annuncio direttamente da un post dello scrittore campobassano Pierpaolo Giannubilo.
l suo ultimo lavoro sta ottenendo ottimi riscontri e recensioni entusiastiche ed ora un ulteriore riconoscimneto che arriva con la candidatura al Premio Strega proposta da un grande della letteratura: Ferruccio Parazzoli, scrittore e saggista, per anni direttore editoriale degli Oscar Mondadori.
Gian Ruggero Manzoni è un uomo e un artista eclettico che non ha mai rinunciato nella sua vita a tutte le sfumature dell’eccesso. Scrittore, poeta, pittore e pensatore estremo tra i più radicali e irregolari del panorama culturale italiano.
Giannubilo scrive che Gian Ruggero ha deciso di rompere il silenzio per due ragioni. Primo per riconciliarsi attraverso un atto di verità con se stesso, col prossimo e col Dio d’amore sulle cui tracce si è rimesso da anni – la penitenza pubblica di un cristiano delle origini, tanto più efficace quanto più pubblica. Secondo per contribuire a fare un po’ di luce su alcune questioni della nostra storia recente che a molti, per troppo tempo, ha fatto comodo occultare.
In due giorni e due notti Gian Ruggero si racconta e Giannubilo prende appunti trasformando in un romanzo avvincente e intrigante (come la vita del suo protagonista) una deflagrante onda d’urto umana con tutte le sue contraddizioni.
Col tempo sarebbe giunto a pensare di poter fare tutto ciò che voleva senza doverne rispondere a nessuno, e avrebbe finito col prenderci gusto. Due vite. Più nomi di quanti un uomo possa ricordare. Un bagaglio pieno di segreti inconfessabili. Per oltre vent’anni, la storia di Gian Ruggero Manzoni – pronipote di Alessandro e cugino dell’irriverente Piero – è stata una messinscena dai toni tragici, un buco nero da cui nessuno sarebbe potuto uscire vivo.
Figuriamoci raccontarla. Fino all’incontro con Pier Paolo Giannubilo, un’onda d’urto da cui è nato questo romanzo, il ritratto impietoso e intimo di un uomo qualunque con un cognome fatale che ha saputo fare di sé, del bambino Palla di grasso bullizzato dai coetanei a Lugo di Romagna, un’inspiegabile leggenda. Dalla militanza nella Bologna del ’77, segnata dall’amicizia con Tondelli e Pazienza e dal clima libertino del Dams, al reclutamento nei Servizi, dalle missioni under cover in Libano a quelle nei Balcani in fiamme, passando per ingaggi da killer, prodezze erotiche e sogni d’artista affascinato dalle avanguardie degli anni Ottanta: Ruggero firma ogni suo gesto con l’inchiostro dell’eccesso, dannato e insieme eroe, fuori da ogni schema e per questo irresistibile, sempre disposto a tutto pur di restare umano. Con struggente lucidità Giannubilo ci racconta ciò che dell’altro gli fa più paura come se si stesse guardando allo specchio, mettendo a nudo le contraddizioni che rendono unica una vita. Nelle sue pagine la grande Storia abbraccia la vicenda avventurosa di un irregolare fino a rendere impossibile riconoscere dove finisca l’una e inizi l’altra. Ed è questo il punto esatto dove si fa letteratura.
In queste pagine l’uomo (prima che lo scrittore e l’artista) si prende tutte le responsabilità della sua esistenza in cui ogni gesto è firmato ancora oggi con l’inchiostro dell’azzardo.