“ Uno spettro si aggira per l’Europa”, con questa frase celebre incomincia Il Manifesto del Partito Comunista. Oggi volendola parafrasare potremmo dire che sì uno spettro si aggira per l’Europa ma che non è quello del Comunismo bensì quello del populismo a trazione xenofoba-razzista.
Impossibile non osservare come in tutta Europa le forze progressiste arretrino lasciando il campo all’avanzata irruenta e rabbiosa delle nuove destre nazionaliste e sovraniste.
In questo quadro preoccupante però, come la ginestra che sboccia sulle pendici di un vulcano, l’Italia presenta delle piccole peculiarità che ci permettono di guardare al futuro sperando di non dover mai chiamare Matteo Salvini o men che meno Luigi Di Maio “ Signor Presidente”.
La prima peculiarità è il PD che pur con tutte le sue contraddizioni interne rappresenta l’unico Partito realmente strutturato sul territorio oltre che essere post-ideologico nascendo dalle due grandi culture del ‘900: il cattolicesimo democratico ed il socialismo riformista. Dico questo perché basti pensare alla Grecia alla Spagna ed alla Francia dove i partiti socialisti di stampo novecentesco sono stati spazzati via dalla loro stessa incapacità di coniugare due temi: governo dei processi di cambiamento e giustizia sociale.
Le primarie rappresentano la seconda innovazione che il PD e precedentemente Romano Prodi hanno introdotto nella discussione politica nazionale, almeno per ciò che riguarda il CentroSinistra.
Se ci fermassimo un attimo e ci chiedessimo “ Senza le Primarie il CentroSinistra ed il PD oggi sarebbero a capo del governo, anche se di larghe intese, e della maggior parte delle regioni?”
Ecco io credo che tutto questo non sarebbe stato possibile.
In un’ epoca in cui si è iperconnessi ma in disaccordo con tutti in cui la disintermediazione la fa da padrona e dove si conduce una caccia alle streghe nei confronti della scienza e della ragione si avverte in maniera tangibile la Sindrome di Telemaco tanto citata. Le Primarie del PD e più in generale del CentroSinistra, in questa cornice, rappresenta l’unico strumento di riconnessione sentimentale con un popolo romantico e sognatore che ancora si emoziona sentendo le parole di Don Lorenzo Milani: “ Dividere in parti eguali tra diseguali è la più grande ingiustizia che ci possa essere.”
Ma non solo, le Primarie oggi rappresentano il più grande strumento di legittimazione di un Leader.
La nostra epoca è caratterizzata da avalorialità diffusa dove si può bruciare un camper con esseri umani al suo interno ed avere la comprensione di una parte di opinione pubblica. Allo stesso tempo i valori fondanti del ‘900 quali uguaglianza, rispetto per le diversità, accoglienze ed altro ancora sono molto deboli. Ecco perché è necessaria una leadership forte. E qual è il metodo più democratico e legittimante un leader se non quello delle primarie?
Prorpio per questo oggi riconosco in Matteo Renzi la figura di segretario del mio/nostro partito nonostante avessi sostenuto, candidandomi, la mozione del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
Infine il CentroSinistra, il nostro porto sicuro quando il mare è in tempesta.
La storia del nostro paese ci dice come le più grandi conquiste sociali siano state il frutto di compromesso, nella sua accezione più nobile, tra forze anche molto distanti fra loro.
Oggi pensare che per una nuova stagione di lotte e conquiste sociali il PD basti a se stesso significa essere oltre che arroganti anche autolesionisti.
Il PD per sua natura è portato ad essere perno e volano di un CentroSinistra plurale e civico.
Ora restringendo il campo sul nostro piccolo Molise mi preme fare alcune brevi considerazioni.
Sicuramente per quanto riguarda le ultime Primarie la mozione Renzi Martina è stata nettamente maggioritaria, ma con risultato inferiore rispetto al trend nazionale che l’ha attestata sul 70%.
Questa è stata la conseguenza dell’ottimo risultato del nostra mozione, Emiliano, che in meno di un mese è riuscita a convogliare su di se il 26% circa delle preferenze.
Ora partendo dal presupposto che le Primarie sono aperte a tutti e che convertirsi come San Paolo sulla via di Damasco è sempre possibile e auspicabile mi chiedo se alcuni soggetti mobilitatisi per le Primarie si riconoscano realmente nel progetto del nostro Partito o sia solo un matrimonio di convenienza.
Constatare che il Sindaco del mio paese, Cercepiccola, votasse alle Primarie del PD mi ha fatto pensare.
Dico questo perché se nel vicino 2014 scriveva sulla propria pagina Facebook “ Tutti che si lamentano del fenomeno immigrazione e tutti che hanno paura! Italiano medio se vuoi cambiare le cose in meglio lascia stare i politici regionali e nazionali prendi un bastone e cacciali via” oltre a lasciarmi basita per le parole mi fa sovvenire un dubbio, che questa conversione non sia figlia di qualche assessore regionale goffo che si distingue più per i Partiti che cambia rispetto alla sua azione amministrativa?
Non vorrei pensare che il mio Sindaco soffra di un disturbo bipolare.
Il tempo mi darà queste risposte consapevole che le elezioni Regionali sono alle porte.
Proprio le elezioni regionali sono il tema che tiene banco sui giornali in questi ultimi giorni.
Lo voglio dire chiaramente come cittadina e come militante del Partito Democratico, dato il contesto storico in cui viviamo e a cui brevemente ho fatto riferimento pensare di non legittimare il nostro leader attraverso le Primarie oltre che rappresentare miopia politica è un’ indicazione dell’inadeguatezza della classe dirigente del nostro Partito che arroccata nel proprio castello ha perso contatto con la realtà.
Inoltre credo sia necessaria una conferenza programmatica antecedente le primarie in modo che si possa stilare un programma il più inclusivo possibile e che renda il CentroSinistra unito e il più ampio immaginabile.
Naturalmente ho sempre ritenuto le Primarie un patto sociale e chiunque vincerà le Primarie sarà il candidato per cui mi impegnerò. Questo significa far parte di un Partito, o ancor di più di una comunità chiamata CentroSinistra.
Maria Rosaria Nardoia, consigliere comunale di Cercepiccola