Anche il PCL MOLISE è stato presente a sostegno della iniziativa del Comitato Anticamorra rappresentato da Emilio Izzo, che si è tenuta nel pomeriggio di oggi 12 febbraio innanzi all’inceneritore di Pozzilli. In merito, oltre a dire basta alle immissioni inquinanti nella piana di Venafro, il PCL MOLISE ribadisce le proprie proposte alternative all’inceneritore nell’ambito del “progetto rifiuti zero” e di economia circolare.
1)- Utilizzare al posto degli inceneritori le nuove tecnologie TMB (Trattamento meccanico biologico), peraltro già diffuse e consolidate in varie parti d’Italia e presenti anche a Teramo, che consentono di recuperare il 100% o valori ad esso prossimi, del materiale non riciclato scartato dalla differenziata, con processi di “estrusione”, che creano la c.d. “materia prima-seconda” da riciclare per la produzione industriale; queste tecnologie a differenza dell’inceneritore, non immettono inquinamento, sono meno costose, non lasciano scarti da smaltire.
2)- Assicurare la gestione pubblica e socialmente controllata dei suddetti impianti TMB, per le esigenze della collettività e non per il profitto di speculatori.
3)- Avviare contestualmente le procedure per spegnere all’inceneritore di Pozzilli ed ogni altro nella Regione Molise (di eventuali vincoli legali temporali ne risponda chi li ha stipulati), in modo da salvaguardare la nostra terra dall’inquinamento che ne deriva.
4)- Avviare una seria indagine epidemiologica nella piana di Venafro, sotto il controllo della popolazione e delle associazioni locali impegnate sulla materia, ed un progetto di bonifica della detta area, recuperandone anche la vocazione per l’agricoltura biologica.
Per fare questo occorre rovesciare il paradigma attualmente dominante, quello dettato dalla legge del profitto delle multizonali del settore e dai loro governanti locali, cioè dell’accumulo di quanto più scarti possibili da bruciare anziché riciclare ulteriormente, per rendere saturo l’impianto e della destinazione delle risorse tratte dai lavoratori mediante le bollette, per pagare anche gli incentivi alle lobby chi ci avvelenano per i loro affari.
Infine ribadiamo anche come sia inaccettabile che l’assessore Facciolla minacci spropositate “querele” verso chi esprime il dissenso: la sua permalosità non è un parametro giuridico che può porsi a fondamento di una querela ed invero, anche giuridicamente, è principio consolidato che l’esponente di un potere politico, se è insofferente alle critiche, può anche starsene a casa.