Premesso che la macchina organizzativa è costata uno sproposito, che i contenitori ( i padiglioni) avrebbero dovuto avere un significato preciso, mirato ed accattivante per suscitare curiosità in chi li visita, che l’operazione marketing è enorme ma bisogna saperla cogliere e sviluppare, l’idea di fondo non era male: Innovazione, tradizione agroalimentare e biodiversità, e a dire il vero in qualche padiglione ( vedi Padiglione Zero) il viaggio virtuale e sensoriale ha colto in pieno il tema. Poi colori, musica, folklore …. Sorprendenti i percorsi dei paesi in via di sviluppo, vedi Cile, Paraguay, Uruguay ed altri, deludenti le grandi potenze mondiali, ad esempio gli USA. Per non parlare dei costi che sono inaccessibili, almeno, alla grande maggioranza delle persone. Tra sfarzi, luci e costumi spunta, all’interno del Padiglione Italia la Carta di Milano, il manifesto per combattere la malnutrizione e lo spreco di cibo nel mondo, allora la domanda è: Che cosa ci fanno Coca Cola e McDonald all’Expo? Certo, sono colossi e pure sponsor …
Una menzione a parte va fatta per il Padiglione Italia, che si compone del Palazzo Italia, dei quattro edifici sul Cardo e della Lake Arena, per un totale di 14.000 metri quadri, quello più ricco ed accattivante, visto che nei tre giorni di permanenza ho constatato che era quello più affollato e non solo da italiani.
All’interno la suddivisione è: La Potenza del Saper Fare: 21 personaggi raccontano storie di professionalità applicata degli italiani, in arte e manualità, che hanno trovato soluzioni facendo impresa; La Potenza della Bellezza: 21 panorami e 21 capolavori architettonici che raccontano la bellezza dell’Italia; La Potenza del Limite: 21 storie di impresa agricola, agroalimentare, artigianale che racconteranno la più specifica delle grandezze italiane, la capacità di esprimere il meglio di noi nelle circostanze più proibitive, di coltivare vigneti di eccellenza su cucuzzoli aridi e non meccanizzabili, la potenza più vicina alla virtù del limite. L’Italia è la Potenza del Futuro :viene raccontata attraverso un Vivaio di 21 piante rappresentative delle Regioni.
Continuando nel percorso all’interno del padiglione ci s trova di fronte “la Vucciria” di Renato Guttuso, di proprietà dell’Università di Palermo, e qui si ammira in silenzio. Di grande impatto visivo e suggestivo le stanze degli specchi dove vendono proiettate immagini relative al tema La Potenza della Bellezza.
Indubbiamente tra i padiglioni è quello più interessante, ma d’altronde è il paese che ospita la manifestazione, ricco di arte, cultura, tradizioni e prodotti tipici. La visita così strutturata rievoca alla memoria un paese, quello che veniva definito il bel paese, quello che vorremmo tornasse ad essere di nuovo, ma che sembra ormai al declino e dove tutti i grandi artisti del passato, di letteratura e di arte, oggi non sarebbero venuti e non ne avrebbero tessuto le lodi.
(Mariateresa Di Lallo Milano Expo 2015)